Il 23 agosto 1944 Trois-Villes, frazione di Quart, venne rasa al suolo dai nazifascisti in rappresaglia contro la Resistenza. Case incendiate, famiglie spezzate, la violenza cieca del rastrellamento lasciò dietro di sé macerie e dolore. Quel giorno è rimasto inciso nella memoria collettiva della Valle d’Aosta come simbolo del prezzo pagato per la libertà e per la democrazia.
Oggi, a distanza di oltre ottant’anni, Trois-Villes continua a parlarci. Non solo attraverso la commemorazione ufficiale, la corona deposta e i discorsi di circostanza, ma come monito vivo: la democrazia non è un dono acquisito una volta per tutte, ma un esercizio quotidiano che si rinnova attraverso la partecipazione.
Fra poco più di un mese, il 28 settembre 2025, i valdostani saranno chiamati alle urne per eleggere il nuovo Consiglio Valle, i Consigli comunali e, per la prima volta, in modo diretto il sindaco e il vicesindaco. È un passaggio storico: la scelta non riguarderà solo gli equilibri di potere, ma il modo stesso in cui intendiamo vivere l’autonomia speciale conquistata grazie anche a quei sacrifici.
Il confronto politico spesso si perde in schermaglie, personalismi, calcoli di convenienza. Ma a Trois-Villes la memoria ci obbliga a guardare oltre. Ci ricorda che libertà e democrazia sono figlie di scelte coraggiose, di responsabilità condivise, di un senso profondo di comunità.
La ricorrenza del 24 agosto non chiede soltanto di chinare il capo in silenzio. Chiede ai valdostani di alzarlo con dignità il prossimo 28 settembre, recandosi alle urne con consapevolezza, pretendendo da chi si candida non promesse vuote ma visione, impegno e coerenza.
Tre generazioni dopo, Trois-Villes ci dice ancora una cosa semplice: la democrazia vive se i cittadini la alimentano. E le elezioni sono il momento in cui ognuno di noi scrive la propria pagina di libertà.










