In una giornata densa di significato per la storia e l’identità valdostana, il Presidente del Consiglio Valle, Stefano Aggravi, ha voluto celebrare oggi, venerdì 19 dicembre 2025, l'82° anniversario della Dichiarazione di Chivasso.
Il documento, siglato nel 1943 in piena epoca fascista durante un incontro clandestino, rappresenta la pietra angolare del regionalismo e della tutela delle minoranze in Italia. A firmarlo furono esponenti di spicco della Resistenza alpina: per la Valle d'Aosta Émile Chanoux ed Ernest Page, insieme ai rappresentanti delle valli valdesi Osvaldo Coïsson, Gustavo Malan, Giorgio Peyronel e Mario Rollier.
Nel suo messaggio commemorativo, il Presidente Aggravi ha sottolineato l'attualità di quel testo, capace di delineare, già nel cuore del conflitto mondiale, un'Italia unita ma profondamente federale. «Rendiamo omaggio a un testo che ha saputo indicare una visione moderna dello Stato – ha dichiarato Aggravi – facendo appello a un'unità fondata sul riconoscimento delle autonomie, delle comunità locali e delle minoranze linguistiche».
Il Presidente del Consiglio Valle ha poi spostato l'accento sulla dimensione politica presente della Dichiarazione. Secondo Aggravi, il documento di Chivasso non deve essere considerato un semplice "esercizio teorico", bensì una proposta politica concreta che interpella direttamente chi amministra oggi.
«La Dichiarazione ci impegna a difendere l'Autonomia non come un privilegio, ma come un impegno a gestire meglio le risorse e a decidere con competenza», ha proseguito il Presidente. In un passaggio cruciale del suo intervento, ha ribadito che la ricorrenza odierna deve fungere da stimolo per una politica "solida, moderna e responsabile", capace di restare fedele ai valori dei padri fondatori pur guardando alle sfide del futuro.
L'anniversario della Dichiarazione di Chivasso rimane, a 82 anni di distanza, il momento in cui la Valle d'Aosta e le comunità alpine riaffermano la propria specificità culturale e linguistica. Il richiamo di Aggravi alla "coerenza e al coraggio" chiude la celebrazione con un monito: la memoria storica ha valore solo se si traduce in un’azione amministrativa quotidiana al servizio dei cittadini e del territorio.













