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Aosta Capitale | 02 febbraio 2025, 13:15

STRAORDINARIA AMMINISTRAZIONE

È tutta colpa mia

STRAORDINARIA AMMINISTRAZIONE

Già, è tutta colpa mia.
Siccome di notte non mi basta scrivere libri inutili, vago tra i sotterranei della città e mi diverto a sbriciolare le fognature profonde 5 metri e mezzo, districandomi in mezzo a tubature di ogni tipo: teleriscaldamento, gas, fibra, ecc.
D’altronde, è dai tempi dell’armistizio che stavano lì a marcire, così gli ho dato una bella botta: in città non succede mai niente…

È colpa mia, che ho dirottato su Marte – con la complicità di Elon Musk, che la sa lunga – tutte le segnalazioni rivolte al Comune di malfunzionamento e di miasmi maleodoranti persistenti: così non ne è arrivata a destinazione neppure una.

Ho anche la colpa di aver fuorviato le indagini rompendo un tubo dell’acquedotto e facendo credere ai tecnici che quello fosse il problema e non la fognatura, peraltro seppellita sotto una coltre di sabbia e sassi, sapientemente da me disposta a mani nude per confondere le acque (è proprio il caso di dirlo).
Siccome non mi divertivo abbastanza, ho intasato i filtri delle pompe di soccorso con assorbenti, cocci, carta di giornale, in modo da complicare la vita degli operai, che guardano troppo e agiscono poco.

È colpa mia se un coordinatore di dipartimento, ingegnere civile con quarant’anni di onorato servizio in Comune, passa le notti a presidiare il cantiere: così impara a lasciarmi andare impunemente a far danni di notte tra le opere che ha sempre curato come se fossero le tubature di casa sua, senza guardare ai sabati e alle domeniche, agli orari di servizio e al suo stato di salute.

È pure colpa mia se, prima di andare avanti, diciamo che dobbiamo creare le condizioni di sicurezza affinché nessuno resti schiacciato tra masse di melma a cinque metri e mezzo sotto terra: in realtà è tutta una finta per allungare i tempi del cantiere, così la rabbia aumenta, l’indignazione e il disagio, cosa di cui, notoriamente, godo.

È colpa mia se giovani lavoratori esperti e insieme tuttofare, capaci di adattarsi a ogni imprevisto, sempre con il sorriso sulle labbra e mai un cenno di dissenso, non si risparmiano per portare a termine un lavoro difficile e inusuale nella nostra città: diventeranno meno flessibili, più rancorosi e polemici, perché nessuno riconoscerà i loro sforzi come meritano, daranno loro degli incompetenti, chiederanno la loro rimozione perché “loro sì che avrebbero fatto di più e meglio”.

Ma la colpa più grande, quella davvero imperdonabile, è che di giorno, non di notte, ho infestato la città di piste ciclabili, che hanno reso la vita dei miei cittadini invivibile, devastato strade e quartieri, inquinato con asfalto e alberi nuovi una città che andava benissimo com’era, invece di occuparmi di fognature.
Questo è davvero imperdonabile, me ne rendo conto.

Mi sbaglio. A mio carico pesa una colpa ancora più grave: credere ancora, nonostante tutto, alla verità che è complessa e spesso nascosta, alla giustizia che ha tempi molto, molto lunghi e al bene, che penetra nelle persone silenziosamente, senza clamori, e le rende pazienti, gentili e desiderose di contribuire al bene degli altri anche quando nessuno, del loro operato, se ne accorge.

Gianni Nuti

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