Nelle intricate vicende legislative concernenti le professioni legate alla montagna, un nuovo capitolo si apre con il disegno di legge del senatore Enrico Borghi (DDL n.194). Tuttavia, una voce autorevole manca nella sinfonia normativa: le Guide Alpine Italiane, che dichiarano di non aver partecipato alla stesura del provvedimento e di non sostenerlo.
Il Collegio Nazionale Guide Alpine Italiane interviene per dissipare alcune nebbie di disinformazione che hanno circolato in merito. L'oggetto delle controversie sembra essere l'articolo n. 1 del DDL, il quale, anziché introdurre una nuova professione, si limita a rimpiazzare il termine "Accompagnatore di Media Montagna" con "Guida Escursionistica di Montagna". Questa mossa, sostengono, non comporta una vera e propria innovazione, ma piuttosto un adeguamento terminologico, mantenendo sostanzialmente invariato il quadro normativo introdotto dalla legge n. 6 del 1989.
Ciò che ha infiammato il dibattito, però, è la possibilità concessa alle Guide Ambientali di montagna di chiedere il riconoscimento della propria competenza professionale, qualora desiderino essere incluse negli elenchi ordinistici degli Accompagnatori di Media Montagna. Tale riconoscimento, però, non sarebbe automatico, ma subordinato all'adeguamento formativo e al superamento di un esame di abilitazione.
Il Collegio Nazionale rimane aperto al dialogo e al confronto nelle sedi istituzionali appropriate, mantenendo la propria posizione di rispetto per le diverse prospettive e sensibilità presenti nell'ambito delle professioni legate alla montagna.