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CRONACA | 16 giugno 2025, 20:42

Carcere di Brissogne nel caos: detenuti barricati e agenti abbandonati

L'Osapp lancia l'allarme: "Situazione inaccettabile, intervenga il governo"

Foto archivio

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È una vera e propria bomba a orologeria quella che da oltre due giorni scuote la Casa Circondariale di Brissogne. Tre detenuti – uno di etnia rom e due di origine marocchina, già noti per episodi di disordine in altri istituti – si sono barricati all’interno di una cella del reparto transito, trasformando uno spazio pensato per un solo individuo in un campo di tensione permanente.

La denuncia arriva direttamente dall’OSAPP, il sindacato autonomo della Polizia Penitenziaria, che non usa mezzi termini: “L’ordine interno è gravemente compromesso. Il personale è lasciato solo a fronteggiare situazioni ingestibili, senza guida né tutela”, attacca il Segretario Generale Leo Beneduci. La protesta, iniziata nel primo pomeriggio di sabato 14 giugno, ha assunto fin da subito caratteri fortemente intimidatori: i tre si sono cosparsi di sostanze oleose e hanno imbracciato bastoni, rendendo impossibile un intervento in sicurezza.

Nel tentativo di gestire la situazione, è stato richiamato in servizio tutto il personale disponibile, ma gli agenti si sono scontrati con un muro di ostilità. La tensione non è rientrata nemmeno oggi, lunedì 16 giugno: uno dei tre si è arrampicato sul muro divisorio dei cortili passeggi, dove tuttora si trova in segno di protesta.

L’episodio è l’ennesimo sintomo di un sistema penitenziario in crisi profonda, tanto più grave in una realtà come la Valle d’Aosta, dove il Presidente della Regione svolge anche le funzioni di Prefetto e dovrebbe, per legge, avere un ruolo attivo nella tutela dell’ordine pubblico e nella sicurezza del territorio.

E invece, da oltre otto anni, il carcere di Aosta è senza un Comandante di Reparto titolare. Un vuoto inspiegabile, che l’Osapp definisce “una vergogna amministrativa”, aggravato da una carenza cronica di agenti e assistenti, a fronte di oltre 500 dirigenti del Corpo in servizio a livello nazionale.

“Non si sono visti né il GIO né il GIR. Il carcere di Aosta non può continuare a essere ignorato. Il personale è allo stremo, i detenuti spadroneggiano e l’Amministrazione Penitenziaria tace. È ora che qualcuno si assuma la responsabilità politica e istituzionale di questo scempio”, tuona Beneduci, invocando un intervento immediato del Ministro della Giustizia Carlo Nordio.

Nel mirino del sindacato anche la Direzione Generale del Personale di Roma, colpevole – secondo l’Osapp – di gravi omissioni gestionali. “Chiediamo che la Corte dei Conti, tramite la Procura regionale, avvii un’istruttoria sulle responsabilità e sui ritardi nella nomina del Comandante”, si legge nella nota.

La politica valdostana, da parte sua, non si è ancora espressa pubblicamente, nonostante l’evidente implicazione istituzionale. Il silenzio della Regione, di fronte a un carcere allo sbando, pesa come un macigno.

In un contesto già segnato da tensioni sociali e precarietà strutturale, il caso Brissogne rischia di esplodere definitivamente. Serve un cambio di passo immediato, servono risposte politiche e istituzionali. Perché la sicurezza non è una competenza da rimpallare. E la dignità degli agenti non può più essere calpestata nell’indifferenza generale.

pi.mi.

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