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CRONACA | 07 ottobre 2021, 17:38

Automobilisti virtuosi in Valle. Nel 2020 nessun incidente mortale. In Italia 2.395

MONITORAGGIO DI LUCA FUSARO. Nel 2020 si rileva un decremento, mai registrato prima, di incidenti stradali e infortunati coinvolti

Incidente stradale foto repertorio

Incidente stradale foto repertorio

Nel contesto della crisi sanitaria ed economica esplosa nel 2020, la mobilità e l’incidentalità stradale hanno subito cambiamenti radicali, con possibili effetti che in parte investiranno anche il prossimo futuro. Nel 2020 si rileva un decremento, mai registrato prima, di incidenti stradali e infortunati coinvolti.

I periodi di lockdown imposti dai decreti governativi per contenere la diffusione dei contagi hanno determinato il blocco quasi totale della mobilità e della circolazione da marzo a maggio inoltrato e successivamente anche nei mesi invernali, per contrastare la seconda ondata pandemica, influendo in maniera determinante sull’incidentalità stradale.

Nel 2020 sono 2.395 i morti in incidenti stradali in Italia (entro 30 giorni dall’evento), in calo del 24,5%, e 159.249 i feriti (-34%). Gli incidenti sono stati 118.298, in drastica diminuzione rispetto al 2019 (-31,3%). Anche i feriti gravi risultano in forte diminuzione rispetto al 2019, ne sono stati registrati 14.102, con un calo del 20%, più contenuto rispetto a quelli delle vittime e dei feriti nel complesso. Il rapporto tra feriti gravi e decessi si attesta a 5,9, di poco superiore ai valori medi registrati nel quinquennio precedente, prima dell’era Covid-19.

Le vittime si riducono per tutti gli utenti della strada. Per gli occupanti di mezzi pesanti (117; -14,6%), motociclisti (586; -16,0%) e pedoni (409; -23,4%) si registrano i cali più contenuti. Tra gli altri utenti, le vittime su autovetture diminuiscono del 27,9% (1.018), quelle su ciclomotori del 33% (59), i ciclisti registrano, infine, una variazione pari a -30,4% (176). Nel 2020 si rileva anche la prima vittima su monopattino elettrico.

Il calo degli incidenti interessa tutti gli ambiti stradali; la flessione più consistente si registra sulle autostrade (-39,9%), seguono le strade urbane (-31,7%) e quelle extraurbane (-27,5%). Le vittime scendono del 37,1% sulle autostrade (195), del 25,7% sulle strade extraurbane (1.139) e del 20,3% sulle strade urbane (1.061).

Anche nella Ue27 il numero delle vittime di incidenti stradali diminuisce drasticamente, -17,2% rispetto all’anno precedente. Complessivamente, nel 2020 sono state quasi 19mila contro 22.763 del 2019. Nel confronto tra il 2020 e il 2010 (anno di benchmark per la sicurezza stradale) i decessi si riducono del 36,5% in Europa e del 41,8% in Italia. Ogni milione di abitanti, nel 2020 si contano 42,3 morti per incidente stradale nella Ue27 e 40,3 nel nostro Paese, che passa dal 16° al 12° posto della graduatoria europea.

Tra le cause più frequenti si confermano la distrazione alla guida, il mancato rispetto della precedenza e la velocità troppo elevata (nel complesso il 40,2%). Le violazioni al Codice della Strada risultano in diminuzione rispetto al 2019; calano, però, in misura minore rispetto alla media, tra le principali, le sanzioni per velocità, inosservanza della segnaletica, uso del casco e delle cinture, norme di comportamento dei ciclisti.

Il mercato dell’auto ha subito una pesante frenata nel 2020: le prime iscrizioni di autovetture sono diminuite del 26% rispetto al 2019, quelle dei veicoli per il trasporto merci del 16%, le prime iscrizioni di motocicli del 6,4%, il totale veicoli del 22%. Ne deriva che è ulteriormente aumentata l’anzianità del parco veicolare. Sulla rete autostradale le percorrenze annue dei veicoli sono diminuite in media del 27,5%; la flessione è stata maggiore per i veicoli leggeri (-32,1%) e minore per il traffico pesante è diminuito (-12,4%).

Effetto Covid-19 sulla mobilità: forte diminuzione di incidenti stradali, morti e feriti

Nel 2020 si sono verificati in Italia 118.298 incidenti stradali con lesioni a persone; le vittime sono state 2.395 e i feriti 159.249 (Prospetto 1). Rispetto all’anno precedente i morti sulle strade diminuiscono in maniera consistente (-24,5%) così come il numero di incidenti e feriti (rispettivamente -31,3% e -34,0%). Il tasso di mortalità stradale passa da 52,6 a 40,3 morti ogni milione di abitanti tra il 2019 e il 2020. Rispetto al 2010, le vittime della strada diminuiscono del 41,8%.

La situazione pandemica e le misure adottate per contenerla hanno influenzato notevolmente i volumi e l’andamento del traffico, il mercato dell’auto e il profilo di mobilità degli italiani.

Anche il mercato dell’auto ha subito una drastica frenata: le prime iscrizioni di autovetture sono scese del 26% rispetto al 2019, quelle dei veicoli per il trasporto merci del 16%, le prime iscrizioni di motocicli del 6,4% (veicoli in complesso -22%). Ne deriva che è ulteriormente aumentata l’anzianità del parco veicolare (fonte ACI).

Continua, invece, l’ascesa della bicicletta come mezzo di trasporto utilizzato: nel 2020 sono stati venduti più di 2 milioni di pezzi, +17% rispetto al 2019, mentre le vendite di biciclette elettriche sono aumentate del 44%. Tra i motivi dell’incremento delle vendite, gli incentivi governativi all’acquisto delle biciclette, ma anche l’avvertita “necessità di mantenere il distanziamento” e la “paura di incorrere in assembramenti sui mezzi pubblici.

Oltre alle biciclette, solo nei primi 7 mesi dell’anno del 2020 sono stati venduti ben 125mila monopattini elettrici (+140%). Una ricerca condotta dall’Isfort nel 2020, infatti, mostra come nel periodo post-lockdown (18 maggio-15 ottobre) sia aumentata la quota di mobilità dolce (popolazione che si sposta a piedi, in bicicletta o monopattino: +11%), a discapito di tutti gli altri mezzi motorizzati, ma soprattutto del Trasporto pubblico locale.

Considerata la situazione anomala determinata dalla pandemia e dai periodi di lockdown, appare evidente che il 2020 non possa rappresentare un anno di riferimento per le analisi e di benchmark per gli obiettivi europei 2030 (ulteriore dimezzamento del numero delle vittime e riduzione del 50% del numero di feriti gravi). Per monitorare correttamente i progressi e gli indicatori di prestazione per la sicurezza stradale, la Commissione europea e i Paesi della Ue hanno deciso, infatti, di considerare come anno base il 2019, oppure la media del triennio 2017-2019 (l’Italia ha optato per la seconda) che sembra ottimale perché attenua le fluttuazioni casuali da cui potrebbe essere affetto un singolo anno.

Crollo del numero di vittime anche sulle strade dell’Ue27

I minori volumi di traffico a seguito della pandemia da Covid-19 hanno avuto anche sulle strade europee un impatto evidente sull’incidentalità stradale. Lo stesso le vittime diminuiscono drasticamente (Ue27, escluso il Regno Unito): nel 2020 sono state quasi 19mila, contro le circa 30mila del 2010, con una riduzione nel periodo del 36,5%. Risultato migliore di quello europeo si registra in Italia, dove la diminuzione è del 41,8%. Rispetto all’anno precedente, nel 2020 il numero delle vittime diminuisce del 17,2% nella Ue27 e del 24,5% in Italia. Il tasso di mortalità stradale (morti per milione di abitanti) si attesta, nel 2020, a 42,3 nella Ue27 e a 40,3 in Italia (nel 2010 rispettivamente 67,6 e 69,5). Il nostro Paese sale così al dodicesimo posto nella graduatoria europea dal sedicesimo del 2019. La riduzione non ha però interessato tutti i Paesi. Nel 2020 le vittime della strada sono in aumento in Lussemburgo (+18,2%), Estonia (+15,4%), Irlanda (+6,4%), Lettonia (+5,3%), Finlandia (4,7%). Tale situazione potrebbe essere stata causata da una maggiore esposizione a comportamenti a rischio, in particolare l'eccesso di velocità, durante i periodi di confinamento. Le diminuzioni più consistenti sono state registrate, invece, in Bulgaria, Belgio, Malta, Italia e Ungheria (tra il 26,3% e il 22,9%) (Prospetto 2 e Figura 2).

Per ventenni e ultrasettantenni rischio mortalità più alto

Le vittime di incidenti stradali sono state 2.395 nel 2020 (-24,5%): 1.947 uomini e 448 donne. I conducenti deceduti sono 1.697 (1.516 uomini e 181 donne), i passeggeri 289 (166 uomini e 123 donne) e i pedoni 409 (265 uomini e 144 donne). I livelli massimi si registrano nelle classi di età 20-24 e 50-59 anni per gli uomini e nella classe 55-59 e tra i 70 e gli 84 anni per le donne. Le fasce di età nelle quali il calo dei decessi è stato invece meno accentuato sono quelle tra i 55 e 59 anni (-12,7%) e 60 e 64 anni (-10,3%). Tra i più giovani i più penalizzati sono invece i 30- 34enni (-19,4%). Una nota particolarmente negativa nel 2020, a fronte di un drastico calo delle vittime in incidente stradale, è rappresentata dall’aumento delle morti tra i bambini. Sono 37 quelli tra 0 e 14 anni che hanno perso la vita in incidenti stradali (35 nel 2019). In particolare, nella classe di età 5-9 anni le vittime salgono da 4 a 10 e nella classe 10-14 anni da 14 a 19.

Tasso di mortalità stradale: sopra la media nazionale in 13 regioni

Nel 2020, il numero di morti per 100mila abitanti risulta più elevato della media nazionale (4,0) in ben 13 regioni (da 8,4 del Molise a 4,1 di Puglia e Toscana). Considerando la variazione rispetto all’anno 2010, tutte le regioni, ad eccezione della Provincia autonoma di Bolzano, registrano una consistente diminuzione delle vittime, più accentuata, escluse le regioni con esigua dimensione demografica, in Calabria (-55,8%), Friuli Venezia Giulia (-54,4%) e Toscana (-50,3%). Cali meno decisi si rilevano per Sardegna, Abruzzo e Liguria. (Prospetto 8).

Nei grandi comuni meno evidente il calo delle vittime

L’analisi dell’incidentalità stradale nei grandi comuni italiani consente di delineare importanti caratteristiche nelle principali realtà urbane e di individuare elementi utili per le politiche sulla sicurezza stradale locale. I grandi comuni selezionati, in ordine di posizione geografica, sono Torino, Milano, Verona, Venezia, Trieste, Genova, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Bari, Palermo, Messina, Catania. Gli incidenti stradali in tali aree rappresentano, nel 2020, il 24,2% del totale in Italia (28.635), le vittime il 12% (287), la popolazione residente il 16% e il parco veicolare il 14,5% (7.624.396 veicoli). Nel 2020 il numero di vittime nei grandi comuni è diminuito meno che nell’Italia nel complesso (-18,2% contro -24,5%). Rispetto al 2010 le vittime diminuiscono del 45,4% nei grandi comuni, del 41,8% in Italia. (Prospetto 9, Figura 13). Il tasso di mortalità stradale scende nel 2020 da 3,6 a 3,0 per 100mila abitanti, contro una media nazionale di 4,0, e varia tra 1,5 di Trieste e 4,3 di Genova.

 

lufu/ascova

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