In un’Italia che spesso dimentica le proprie radici e si interroga sul senso dello Stato, c’è ancora chi, in silenzio e con disciplina, sceglie di servire. Sono i giovani del corso “Solarolo III”, aspiranti alpini, che questa mattina si sono fermati a Fossa, uno dei luoghi simbolo del terremoto del 2009. Qui hanno reso onore alle vittime, davanti a un monumento che parla di dolore, ma anche di ricostruzione, solidarietà e presenza concreta: quella dell’Associazione Nazionale Alpini, che allora, come oggi, non ha mai fatto mancare il proprio aiuto.
In quel villaggio di 32 unità abitative donato agli sfollati c’è il senso profondo di ciò che significa “servizio”. Non solo armi e addestramento, ma braccia, cuore, ascolto, presenza. I giovani in divisa lo hanno capito, anche incontrando i ragazzi e gli animatori del più grande centro estivo dell’Aquila, gestito dai Salesiani: un momento semplice, ma denso di significato, in cui due mondi — quello militare e quello educativo — si sono parlati con rispetto e curiosità. È anche così che si costruisce il futuro di una comunità.
Nel pomeriggio, la fanfara della Brigata Alpina Taurinense ha attraversato le vie del centro, regalando musica e emozione a cittadini e turisti. Ma il vero momento simbolico sarà domani, in piazza del Duomo: la solenne cerimonia della consegna del cappello alpino ai 130 aspiranti, alla presenza del Sottosegretario alla Difesa Isabella Rauti e del Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, generale Carmine Masiello.
Non è una semplice formalità. Quel cappello con la penna è un sigillo: dice “ci sono”, “sono pronto”, “mi metto al servizio”. È un patto con la Repubblica, ma anche con le comunità che questi militari sapranno proteggere, aiutare, accompagnare nei momenti più difficili. È un simbolo antico che continua a parlare forte ai giovani.
E mentre sabato, nella sala navata del Consiglio regionale, si parlerà di “Artico” e di sfide geopolitiche, l’Esercito mostrerà ancora una volta di essere molto più di uno strumento di difesa: è innovazione, visione, preparazione. Le Truppe Alpine stanno sviluppando una capacità operativa in climi estremi, come dimostra il progetto “Campo Alta Quota”, dove addestramento militare, ricerca scientifica e imprenditorialità si intrecciano in un modello tutto italiano.
In un mondo incerto, l’Esercito rimane un punto fermo. Non è nostalgia, è prospettiva. Perché scegliere la divisa — oggi più che mai — significa dire sì alla comunità, alla responsabilità, alla nazione. Con rigore, umanità e passione.
Le service militaire n’est pas une contrainte, mais une opportunité : celle de grandir en donnant le meilleur de soi-même pour les autres. Voilà pourquoi la Patrie mérite encore qu’on s’engage pour elle.