Un silenzio irreale ha avvolto oggi pomeriggio i pendii sopra Saint-Nicolas, nella zona di Vetan, laddove lo sguardo spazia tra le vette e l’aria profuma di libertà. Lì, tra Becca France e Monte Fallère, un aliante è precipitato al suolo, spezzando la vita di Giorgio Giacinto, 70 anni, valdostano, pilota esperto e figura di riferimento dell’Aero Club Valle d’Aosta.
La tragedia si è consumata poco dopo le 13. Il velivolo, un ASW 27 immatricolato in Germania (D-6840), era decollato dall’aeroporto "Corrado Gex" di Aosta. Secondo le prime ricostruzioni, in quota soffiava un vento molto forte, che potrebbe aver compromesso la stabilità del volo. A lanciare l’allarme è stato un escursionista, testimone involontario della scena: ha visto l’aliante perdere rapidamente quota e impattare contro il terreno. Alle 13.18 ha allertato la Centrale unica del soccorso.
Nel giro di pochi minuti si è attivata la macchina dei soccorsi. Sul posto sono intervenuti con l’elicottero le guide del Soccorso alpino valdostano, il gruppo taglio dei Vigili del fuoco, i militari del Sagf di Entrèves-Courmayeur e il personale sanitario del 118. Ma quando hanno raggiunto il luogo dello schianto, per il pilota non c’era più nulla da fare. È morto sul colpo.
La vittima, Giorgio Giacinto, era un libero professionista, ma nel mondo del volo veleggiato era molto di più: un pioniere, un recordman, un appassionato senza compromessi. Nel 1998 aveva stabilito due primati italiani proprio decollando da Aosta: uno di distanza (1.120 km) e uno di quota (10.000 metri). Volava da sempre, con competenza e rispetto per il cielo. «Un pilota attento, preciso, e innamorato del volo», lo descrivono i colleghi.
Ora sarà la Procura di Aosta, con il supporto del Sagf, a fare piena luce sulla dinamica. Errore umano, guasto tecnico o condizioni meteo avverse: tutte le ipotesi restano aperte. I tecnici sono già al lavoro per ricostruire la traiettoria del volo e verificare se il pilota abbia potuto ricevere o ignorare eventuali segnali di allarme.
In attesa delle risposte, resta il dolore. Perché non è solo un incidente aereo. È la perdita di una figura simbolica, un uomo che amava la sua terra e i suoi cieli. E che oggi, proprio tra quelle vette che conosceva a memoria, ha trovato la sua ultima rotta.