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CRONACA | 04 luglio 2025, 12:00

Il ghiaccio che piange: i laghi della crisi climatica

L’intelligenza artificiale al servizio della prevenzione, cresce il numero di bacini d’alta quota legati alla fusione dei ghiacciai. Gli esperti: «Monitoraggio costante per evitare disastri»Laghi glaciali sotto controllo, IA e satelliti contro il rischio climatico. L’intelligenza artificiale sorveglia i laghi del disgelo, droni, satelliti e IA per prevenire le piene dai ghiacciai

Lago del Miage (Val Veny - Courmayeur).

Lago del Miage (Val Veny - Courmayeur).

In Valle d’Aosta i laghi glaciali diventano sorvegliati speciali. La fusione dei ghiacciai, accelerata dal cambiamento climatico, sta dando origine a nuovi specchi d’acqua in quota, in molti casi instabili e potenzialmente pericolosi. A occuparsene è un team di ricerca attivato dalla Fondazione Montagna sicura nell’ambito del progetto PNRR “Agile Arvier. La cultura del cambiamento”, che ha l’obiettivo di mappare e monitorare in tempo reale questi fenomeni, anche nelle zone più remote della regione.

Le protagoniste di questo lavoro sono due ricercatrici, Martina Lodigiani e Maddalena Nicora, che utilizzano immagini satellitari ad alta risoluzione combinate con algoritmi di intelligenza artificiale. «Analizziamo indici spettrali per identificare la presenza e l’evoluzione dei laghi glaciali, anche dove l’accesso diretto è impossibile», spiegano. «I dati raccolti ci permettono di aggiornare costantemente le mappe di rischio e di supportare le decisioni delle autorità competenti».

La finalità è chiara: prevenire catastrofi. Perché i laghi glaciali non sono solo spettacolari bellezze naturali, ma potenziali mine vaganti. «Con l’aumento delle temperature, i ghiacciai perdono massa e si destabilizzano. I bacini che si formano alla loro base possono cedere improvvisamente, generando colate detritiche o piene improvvise a valle», avverte la Fondazione. L’evento più noto resta il crollo del ghiacciaio della Marmolada nel 2022, ma situazioni simili sono state documentate anche in Valle d’Aosta, seppur senza conseguenze gravi finora.

Il lavoro si inserisce nel più ampio Piano di Monitoraggio dei Rischi Glaciali sul Territorio Valdostano, promosso dalla Fondazione Montagna sicura in collaborazione con l’Assessorato alle Opere pubbliche, Territorio e Ambiente della Regione autonoma Valle d’Aosta. Il programma prevede sopralluoghi regolari, strumenti di rilevamento e ora anche modelli predittivi basati sull’IA.

Due i casi emblematici recentemente oggetto di studio: il lago del Grand Croux  (nella foto), nel comune di Cogne, e il lago del Miage, nella Val Veny sopra Courmayeur. Entrambi sono cresciuti di volume negli ultimi anni, alimentando il dibattito sulla necessità di predisporre piani di evacuazione in caso di rottura degli argini naturali. «La tecnologia ci aiuta, ma serve anche una maggiore consapevolezza da parte delle comunità locali», sottolineano Lodigiani e Nicora. «Questi laghi sono termometri del cambiamento climatico e sentinelle del rischio idrogeologico».

Nel frattempo, la mappa dei bacini glaciali cresce. E con essa l’urgenza di non abbassare la guardia.

Les glaciers reculent, les lacs avancent. Mais la sécurité ne doit jamais reculer.

pi.mi.

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