"Siamo pronti a tornare in piazza, a incatenarci all'ingresso del Municipio se occorre, a chiamare Striscia la Notizia piuttosto che Report...qualunque cosa pur di portare in luce una volta per tutte la verità sui continui rinvii del nostro trasloco".
Non ne possono più, i residenti dei grattacieli 'alto' e 'basso' in via Chamonin, quartiere Cogne ad Aosta. Contrariamente a quanto aveva annunciato in piazza Chanoux la scorsa settimana il sindaco di Aosta, Fulvio Centoz, durante il presidio degli inquilini dei grattacieli in piazza Chanoux, gli operai del Consorzio Crea Costruzioni, con capofila l'impresa campana Luna Costruzioni, non si sono presentati lunedì 19 per finire i lavori nel fabbricato del Contratto di Quartiere Uno, in via Elter al Quartiere Cogne, dove da quasi un anno e mezzo i residenti di via Chamonin attendono di essere trasferiti. Di rinvio in rinvio, da un anno nei grattacieli (quello 'alto' dovrà essere abbattuto, l'altro ristrutturato) non vengono eseguite manutenzioni ordinarie né straordinarie, a scapito della vivibilità stessa dei condomini.
Gli ultimi lavori agli impianti sono imprescindibili all'agibilità del nuovo complesso abitativo del Contratto di Quartiere uno, e quindi al trasloco definitivo delle famiglie; da tempo un contenzioso tra il Consorzio e la ditta subappaltratrice Luna rende difficoltosa la ripresa del cantiere, che dall'estate del 2017 procede a singhiozzo; il Comune ci ha messo del suo, con continue, troppe rassicurazioni alle famiglie assegnatarie degli alloggi da parte degli assessori di turno.
"Da un anno e mezzo ci dicono 'tra un mese traslocate', 'tra una settimana entrate', 'tra un giorno iniziate a fare gli scatoloni' - ripete come in un mantra Loredana Brunod, un'inquilina del grattacielo alto di via Chamonin portavoce della protesta - e poi i giorni, i mesi passano e restiamo dove siamo. Adesso basta, non ce la facciamo più".
Contattati telefonicamente dal sindaco, i responsabili della ditta si erano detti disponibili a terminare i lavori entro fine del mese. Poi forse si sarebbero chiuse le operazioni di collaudo e si sarebbero potuti eseguire i trasferimenti. Ma nel cantiere non si vede nessuno.
"L'ennesima presa in giro, non sappiamo neanche di chi - commentato i residenti - le parole, le promesse, hanno perso significato. E noi rischiamo seriamente di trascorrere un altro inverno in una situazione di vivibilità precaria".









