/ POLITICA

POLITICA | 27 settembre 2013, 10:00

RIFRAZIONI: Letta all'ONU. Un discorso italiano

RIFRAZIONI:  Letta all'ONU. Un discorso italiano

Durante la 68esima sessione dell'Assemblea Generale dell'Onu arriva anche il turno del nostro premier Enrico Letta.

Dopo il protagonista Obama che conferma di preferire una soluzione pacifica per la Siria e dopo l'apertura al dialogo (da confermare) del presidente iraniano Rohani su nucleare e riconoscimento di Israele tocca all'Italia dire la sua. E se ognuno parla dei suoi problemi, noi non potevamo non cominciare parlando della crisi: «Con la fine della crisi globale finalmente a portata di mano, è imperativo fare della crescita e dello sviluppo la nostra prima priorità». Letta ha poi evidenziato la necessità di «aumentare la capacità del sistema economico e sociale per adattarlo ai rapidi cambiamenti di un mondo complesso».

Mi rattrista che l'argomento di bandiera del nostro paese sia la crisi economica ma purtroppo questa è la realtà e condivido la scelta del Premier di porre la questione al centro dell'intervento.

In ambiente internazionale non manca la dichiarazione di guerra. Una guerra alla disoccupazione, riconosciuto come problema non solo italiano ma globale, specialmente quella giovanile.

Poi sull'immigrazione cita Papa Francesco, il nostro asso nella manica, invitando a combattere «la globalizzazione dell'indifferenza e sentire la loro sofferenza come nostra» auspicando una collaborazione internazionale per alleggerire la portata del problema.

Il suo è un intervento a tutto campo. Dalla ricerca della soluzione politica in Siria all'abolizione della pena di morte a livello mondiale.

Nel complesso ho apprezzato lo stile del nostro rappresentante al Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite. Moderazione ed equilibrio tipici di chi lavora per larghe intese. Unica stonatura l'annullamento della successiva conferenza stampa a causa probabilmente dei malumori arrivati da Roma circa le voci di dimissioni in blocco dei parlamentari Pdl. È un peccato che le basse scaramucce tipiche della nostra politica interna debbano interferire in situazioni di così grande rilievo come una conferenza all'Onu.

Apprezzo veramente lo sforzo di quest'ultima settimana ad opera di Enrico Letta per destreggiarsi nella politica internazionale nonostante la traballante tenuta del governo. Questo discorso all'Onu corona degnamente la sua missione americana.

Proprio riguardo le Nazioni Unite Letta ha rimarcato"l'importanza di preservarne il ruolo come più importante guardiano della pace". Ancora una volta sottoscrivo questo concetto. La moderazione, il dialogo e la pace possono e devono essere sempre ricercati. L'Onu è l'organo predisposto a questo scopo ed è quindi fondamentale che tutti collaborino al suo interno senza malumori.

Affinché questo sia possibile è necessaria una riforma del Consiglio di Sicurezza, richiesta dallo stesso Premier italiano nel suo intervento. Dopo le ultime tensioni fra America e Russia nel caso siriano è ancora più evidente che i 5 membri permanenti del Consiglio: Usa, Russia, Cina, Regno Unito e Francia, scelti dopo la seconda guerra mondiale, non sono più rappresentativi dell'attuale scenario globale. È necessario limitare il potere di veto alle nazioni che si sono mostrate poco moderate ed inserire altri membri che rappresentino le nuove potenze economiche e i paesi in via di sviluppo. Credo inoltre che un seggio permanete possa essere assegnato all'Unione Europea, che con un singolo rappresentante possa fare gli interessi di tutto il blocco europeo che lavora per l'unione.

 

Vasco Cannatà

Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore