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POLITICA | 15 aprile 2013, 07:49

INDUSTRIA: R. Marzorati, 'Entro il 2015 vogliamo creare una nuova Cogne Acciai Speciali'

Il Presidente Giuseppe Marzorati riconosce l'attaccamento alla bandiera 'di tutti coloro che lavorano in azienda perché negli ultimi anni, malgrado le difficoltà, hanno reagito insieme a noi, sopportando sacrifici anche pesanti con dedizione e entusiasmo'

Da sinistra, il Vescovo di Aosta, Mons. Franco Lovignana; Roberto Marzorati, Augusto Rolladin, Presidente della Regione; Giuseppe Marzorati. Sotto un particolare della nuova pelatrice.

Da sinistra, il Vescovo di Aosta, Mons. Franco Lovignana; Roberto Marzorati, Augusto Rolladin, Presidente della Regione; Giuseppe Marzorati. Sotto un particolare della nuova pelatrice.

“Sono le maestranze ed il management che, con il loro impegno, hanno dato e continuano a infondere negli azionisti la fiducia di poter contare fino in fondo su un gruppo compatto che ci permetterà di portare a compimento il processo di cambiamento intrapreso”. Lo ha detto Roberto Marzorati, presidente di Cogne Acciai Speciali in occasione dell'inaugurazione della nuova pelatrice per la quale Cas ha investito circa tre milioni di euro, che ha preso la parola dopo il papà Giuseppe.

“Insieme al nuovo forno AOD entrato in funzione da poche settimane ed al nuovo forno per il trattamento super-sofisticato di acciai destinati all’aeronautica che verrà ultimato speriamo entro l’anno, la nuova Pelatrice Schumag – ha aggiunto Roberto Marzorati, vice presidente della Cas - rappresenta il primo importante passo di un cammino di tre anni nel corso del quale saremo impegnati a rifocalizzare la nostra produzione su nuovi prodotti a maggiore valore aggiunto.

Si tratta di un percorso obbligato che ci farà confrontare con prodotti di specialità, molto più difficili da mettere a punto e da realizzare, ma che sono i soli che possono garantire anche dei margini industriali positivi”.

Il management vuole, entro il 2015 “trasformare completamente la produzione della nostra fabbrica, sia dal punto di vista qualitativo che da quello quantitativo. Per far ciò – ha sottolineato il vice presidente - è assolutamente indispensabile un forte spirito di squadra, un impegno collettivo, accompagnato ovviamente da investimenti che siano tecnologicamente congruenti a questa necessità di rinnovamento”.

Da capitano coraggioso, Roberto Marzorati ha detto chiaramente che la politica valdostana deve assumersi le proprie responsabilità. “Ritengo – ha commentato - che dopo ormai un triennio in cui l’azienda ha vissuto un periodo di Cassa integrazione, è giunto il momento di dare un messaggio di speranza che ci dica che esiste ancora un futuro che possa essere non di regressione ma di ripresa.

E questo messaggio va rivolto innanzitutto ai nostri lavoratori - che sarebbe più giusto chiamare collaboratori -attraverso azioni concrete, tangibili, che facciano comprendere nella quotidianità che un cambiamento positivo è in corso. Un cambiamento che permetterà nel medio periodo di superare la crisi rinforzandoci”.

Per quanto riguarda invece gli investimenti, purtroppo le cose stanno diversamente. Nel nuovo mondo che sta nascendo dopo la crisi del 2008, molto è cambiato e gli imprenditori hanno dovuto reinventarsi. “Purtroppo però quel poco che non è cambiato – ha sottolineato con determinazione Marzorati - è ciò che costituisce il freno alla ripresa: molte regole non sono cambiate, anzi, sono diventate più restrittive, rendendo ancora più complesso, articolato e difficile il peso degli adempimenti burocratici, delle garanzie, delle certificazioni. Proprio queste inutili difficoltà dovrebbero essere rimosse da chi ci governa”. Papale papale, senza giri di parole, a differenza della maggior parte della classe imprenditoriale valdostana sempre pronta a lamentarsi al bar e farsi zerbino davanti a chi ha la responsabilità delle scelte politiche, Roberto Marzorati ha detto, davanti a un folto pubblico tra cui tanti politici, amministratori e legislatori, “Abbiamo bisogno di ritrovare la stessa fiducia che abbiamo nell’impegno dei nostri collaboratori anche nell’impegno degli amministratori locali, i quali, con poche decisioni, possono determinare un punto di svolta. Mi rivolgo allora ai decisori politici, affinché - nei loro programmi considerino questo aspetto importante: la rinascita dell’industria e delle attività produttive può avvenire solo se si riscrivono le regole”, ha aggiunto nonostante avesse al fianco il presidente della Regione.

La Cogne dà lavoro a oltre 1000 dipendenti con un costo del lavoro che ogni anno supera i 46 milioni di euro; crea un importantissimo indotto legato allo stabilimento che occupa altri 500 lavoratori e che ha un impatto positivo sull’economia valdostana superiore ai 20 milioni di euro, con un gettito minimo di 25 milioni di euro, oltre alle imposte dirette. “Questa è l’impronta reale della Cogne” ha sottolineato il vice presidente .

“Un’impronta che spero tutti siano pronti a sostenere e preservare. Un’impronta che rappresenta il valore nel tempo di un’azienda che da sempre è stata considerata come un patrimonio importante, garante della solidità e della stabilità del lavoro in Valle d’Aosta, ma che ultimamente forse è oggetto di attenzioni distorte, che spesso si tramutano in dicerie messe in giro, magari ad arte, sulla situazione economica o ambientale della Cas”.

E poi l'affondo da vero Capitano d'impresa: “Tornando ai legami dell’azienda con la situazione locale, devo purtroppo rimarcare, ma ovviamente non siamo i soli, che negli ultimi tempi, alcune delle nostre richieste – che ragionevolmente vengono avanzate nei momenti difficili – sono state o ignorate o rinviate per motivi di bilancio. La giustificazione è senza dubbio fondata. Non lo mettiamo assolutamente in discussione. Ma credo di poter dire che la Valle d’Aosta ha nel suo Dna, nel suo particolarismo, nella sua Comunità la forza per reagire e trovare le soluzioni giuste che ci consentano di superare questa ultima salita di una corsa in montagna che ha come traguardo il rilancio aziendale e che ci ha visto superare avversità e difficoltà riguardo alle quali nessuno era preparato”.

Per Marzorati “la spinta necessaria per arrivare in vetta è rappresentata da un sostegno che ci permetta di chiudere il piano degli investimenti. Un sostegno che un tempo sarebbe stato garantito senza difficoltà dal sistema bancario/finanziario, ma che oggi solo il decisore politico, visto l’irrigidimento delle banche, può offrire. Il mio appello è che l’impegno di noi tutti in Cogne, insieme ai fornitori anche valdostani, non vada frustrato dall’immobilismo. Confidiamo che il sistema Valle d’Aosta continui a crescere insieme alle realtà positive della nostra Regione, sostenendole nei momenti difficili”.

Forse con la Cas tanti affari non se ne fanno perché non ci sono appalti su cui lucrare. Ma l'affare che la politica può fare è il continuare a sfamare oltre 5.000 persone che di Cas vivono e che senza Cas di fame morirebbero. Investire su una realtà consolidata è socialmente molto più importante e produttivo che investire in nuove mega strutture destinate ad un certo sottoutilizzo e ad alti costi gestionali. O peggio ancora tenere in soldi in banca come Finaosta.

piero minuzzo

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