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POLITICA | 18 ottobre 2012, 13:49

Una politica per l’autogoverno, la difesa e lo sviluppo dell’identità valdostana

Lo Statuto di Speciale Autonomia è una conquista fondamentale per tutta la comunità valdostana, irrinunciabile e supremo Valore da difendere, cauzione istituzionale al nostro storico e persistente particolarismo linguistico e culturale ed alla nostra condizione intramontana di frontiera

In basso l'assessore regionale Leonardo La Torre

In basso l'assessore regionale Leonardo La Torre

“L’amore per la Petite Patrie non è mai stato disgiunto da quello nutrito per la più grande Patria, l’Italia, per la cui costruzione, in epoche storiche diverse, i nostri predecessori hanno combattuto, sofferto e si sono immolati sui campi di battaglia parlando patois, francese e italiano”.  E’ uno dei cardini sui quali un movimento di persone e associazioni si sta muovendo per dare una scossa  lla politica valdostana che ancora non riesce a percepire compiutamente gli effetti perversi che il combinato disposto “crisi economica epocale e crisi politico-istituzionale nazionale” potrà produrre sul sistema Valle d’Aosta così come si è sviluppato e definito in oltre sessanta anni dal conseguimento della nostra Autonomia.

Tra chi guarda  con attenzione al movimento di opinione, che dovrebbe essere ufficializzato nella prossima settimana, figura in prima linea Leonardo La Torre, assessore regionale alle Finanze. “Ben vengano – commenta – tutte le iniziative che ci aiutano a “difendere in ogni sede giurisdizionale nazionale ed internazionale il nostro buon diritto ad esistere come Regione di speciale Autonomia della Repubblica Italiana così come previsto e sancito dalla nostra Carta Costituzionale”.   Il movimento di opinione pare intenzionato a rilanciare “Il maitre chez nous di antica memoria proponendolo oggi in termini nuovi e diversi, perché mutato è il contesto politico-istituzionale, “e tuttavia – dice La Torre - deve saper ritrovare quell’afflato di autentica partecipazione popolare e quel significato di civile e democratica sfida che una piccola ma indomita comunità deve poter esprimere nei difficili tornanti della storia”. E’ fuori discussione che oggi Le défi valdotain si giocherà tutto sulla qualità, sull’incremento di qualità che si riuscirà ad imprimere al “sistema Valle d’Aosta” e quindi sono necessari programmi di forte contenuto strategico e innovatore e soggetti politici decisamente orientati al progetto, indenni dalle querelles della politica politicienne ancora tanto cara a troppi valdostani in cerca di autore e affetti da narcisistico protagonismo.

Riuscirà a tanto il nuovo movimento?

Piero Minuzzo

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