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Consiglio Valle Comuni | 11 agosto 2025, 12:00

Zona franca: “Se serve FdI per svegliare la Valle, allora qualcuno ronfa da decenni”

Tra rivendicazioni, cronologie e stoccate, il deputato Franco Manes smonta la narrazione di Fratelli d’Italia sulla zona franca. “Il treno è partito un anno fa: chi sale adesso è un passeggero, non il macchinista. In Parlamento non si fanno passerelle, si fanno leggi”

L'on. Franco Manes

L'on. Franco Manes

Il deputato valdostano Franco Manes risponde con cronologia alla mano alla proposta di Fratelli d’Italia per la zona franca in Valle d’Aosta. Nessuna sudditanza politica, ironia sulle “scintille tardive” e un messaggio chiaro: “In Parlamento non si fanno trailer elettorali, si fanno leggi. E chi lavora tutto l’anno non ha paura del confronto”. Onorevole, FdI ha annunciato di aver depositato la proposta per la zona franca in Valle. “Ci voleva FdI per innescare la discussione”, hanno detto. È davvero così?
"Se davvero ci voleva FdI, allora significa che per decenni qualcuno ha dormito profondamente. La verità è che non siamo davanti a un lampo di genio improvviso, ma a un’iniziativa che arriva quando i binari erano già posati. La proposta del Consiglio regionale è del 16 luglio 2024, ed è stata assegnata alla Commissione Finanze il 10 settembre dello stesso anno. Non proprio ieri, direi. E non dimentichiamo il mio lavoro sul seggio europeo: proposta depositata il 24 maggio 2023, due anni prima che FdI si decidesse a muoversi. Qui non è questione di primogenitura, ma di onestà intellettuale e di rispetto per chi ha già lavorato e per chi intende continuarlo a fare"

Zucchi ha accusato gli autonomisti di non aver mai portato a termine questa previsione statutaria.
"È una narrazione comoda, soprattutto a ridosso della campagna elettorale. La zona franca è prevista nello Statuto, ma attuarla significa sedersi a un tavolo con lo Stato e negoziare, voce per voce, le condizioni. Non si ottiene con un post social o una conferenza stampa. Io preferisco costruire rapporti seri e trasversali con tutti i partiti nazionali. E quando dico tutti, intendo tutti. Perché se vuoi ottenere qualcosa per la Valle, devi farlo senza pregiudizi di bandiera. Poi, quando inizierà la campagna elettorale vera, vedremo chi ha messo il voto e chi si è limitato alla passerella."

Insomma, niente “provvidenza” da Roma per ottenere risultati?
"La provvidenza lasciamola ai santi, non ai partiti. Qui serve lavoro tecnico, tempo e perseveranza. La proposta di FdI? Ben venga, ma il treno l’abbiamo fatto partire noi un anno fa. Chi sale adesso è un passeggero, non il macchinista. E attenzione: se oggi si mette in scena la gara a chi arriva prima, domani rischiamo di perdere di vista la vera priorità, che è approvare un testo utile e sostenibile per la Valle, chiunque lo faccia"

A Roma l’argomento è già conosciuto e discusso, o rischia di essere percepito come un tema “localistico”?
"A Roma sanno bene di cosa si parla, perché se ne discute da tempo. Il mio lavoro è proprio quello di mantenere alta l’attenzione e farlo con una strategia chiara insieme alla regione: costruire credibilità, mostrare che siamo interlocutori seri. Per questo mantengo rapporti corretti con tutte le forze politiche. Poi, ripeto, in campagna elettorale vedremo chi davvero sostiene la Valle e chi invece usa il tema per un paio di settimane di visibilità."

Qualcuno dice che la proposta FdI abbia il merito di riaccendere il dibattito anche a livello locale.
"Può darsi. Ma se il dibattito si accende solo quando qualcuno si intesta un’idea vecchia di un anno, allora più che un dibattito è una rissa da cortile. Io preferisco che la politica si faccia sui documenti e sulle date. E quelle, per fortuna, non mentono. Il testo unificato, se ci sarà, porterà in intestazione cronologicamente il Consiglio regionale della Valle d’Aosta. Lo so che a qualcuno brucia, ma è così che funziona l’iter parlamentare."

Quindi lei non teme che in campagna elettorale si venderà come “primo” chi in realtà è arrivato dopo?
"Non lo temo, lo do per scontato. Ma i fatti restano. E a me interessa che la Valle ottenga la zona franca, non chi se ne prende il merito a microfono aperto. Alla fine, quando le luci delle telecamere si spengono, conta solo se la legge è passata e se porta benefici reali ai cittadini e alle imprese. Il resto è colonna sonora."

En conclusion, Onorevole, qui aura vraiment “gagné” cette bataille?
"Celui qui ne parle pas seulement de la Vallée à la veille des élections… mais qui travaille pour elle toute l’année. Les autres, ils continueront à raconter leur film. Moi, je préfère écrire le scénario."

pi.mi.

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