Che bello quando le Betoneghe decidono di farsi culturali. Lasciati i cantieri della cronaca politica, si mescolano con nonchalance a un gruppo di turisti in gita ai castelli. Tappa: Issogne. Clima: sahariano. Umidità: da hammam. Idratazione: bottigliette d’acqua a rotazione continua.
E lì, nel cortile che ospita la celeberrima fontana del melograno, succede la magia al contrario: la fontana è spenta. Spenta! Nemmeno un gocciolino, nemmeno un accenno d’umidità che non sia sudore frontale. La fontana — scolpita, storica, leggendaria — muta come una vedova in nero a un ricevimento.
Ora, ci sta tutto: il restauro, la tutela, la manutenzione. Ma una fontana senz’acqua fa lo stesso effetto di una raclette senza formaggio, o di un Consiglio regionale con tutti presenti (ma davvero presenti, col cervello acceso). Esteticamente gradevole, ma drammaticamente priva di senso.
Le guide, ormai zen, sorridono e spiegano con garbo: "Eh, l'acqua non dipende da noi… bisogna chiedere in Regione." E allora un brivido corre tra i turisti. Perché se "bisogna chiedere in Regione", sappiamo già come va a finire: rimpalli, pareri, attese, delibere, determine, sospensive, commissioni e, nel migliore dei casi, il melograno zampillerà di nuovo… nel 2032.
Per ora, Georges de Challant osserva tutto, con la sua consueta compostezza nobiliare, ma sotto sotto — ne siamo certi — mastica amaro. Il castello è vivo, ma la sua fontana sembra in coma idrico. E c'è chi ricorda i bei tempi, quando lo zampillo rinfrescava le visite e le chiacchiere, proprio come al Santuario di Oropa, dove l’acqua ancora scorre, anche se il miracolo lì è mariano, non regionale.
E dire che una bella fontana che funziona sarebbe il miglior biglietto da visita per un assessorato alla cultura e turismo che — quando capita — si lancia in voli pindarici su "esperienze immersive" e "percorsi emozionali". Ma senza l’acqua, l’unica immersione possibile è quella nel sudore.
Poi uno dice: perché la gente si lamenta. Perché i turisti preferiscono la Savoia. Perché i castelli sono belli ma sembrano imbalsamati. Perché la Regione, quando si tratta di far circolare un po’ d’acqua, sembra più interessata ai rubinetti di bilancio che a quelli delle fontane.
Intanto, le Betoneghe si fanno largo tra gli archi affrescati, tamponano la fronte e mormorano: "Va bin tutelâ... ma puchì s’ambeu?!".
Già. Va bin tutelâ. Ma puchì s’ambeu?