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Aosta Capitale | 12 giugno 2025, 12:04

Aosta bella senza anima non si fa amare

Cronaca semiseria ma molto vera di una città dimenticata anche da chi la amministra

C’era una volta Aosta, con i balconi fioriti, le strade curate, i marciapiedi puliti, e quel profumo di civiltà che rendeva piacevole anche una semplice passeggiata in centro. C’era. Ora non c’è più. O meglio, c’è ancora la città, ma è una parente sciatta e trascurata di quella che fu. Bella, certo, come certe dive decadute. Ma stanca, disadorna, malinconica. E soprattutto senz’anima. E come diceva Riccardo Cocciante, senza anima non si può amare.

E dire che quest’anno Aosta compie ben 2050 anni. Un traguardo storico, celebrato in grande stile con la rassegna Aostæ 2025, promossa dal Comune e dalla Regione: oltre 20 eventi distribuiti da marzo a dicembre per onorare la città romana e la sua lunga storia. Una programmazione culturale ricca e meritevole. Ma – diciamolo – mentre si brinda ai fasti del passato con convegni e spettacoli, la città reale sembra arrancare nel presente tra incuria e disattenzione.

Lo dicono le foto, e non sono quelle patinate del sito del Comune o dei progetti su carta: sono scatti veri, presi a pochi metri da dove, ogni tanto, sfreccia un assessore in bici per promuovere la mobilità sostenibile. Immagini che raccontano meglio di mille comunicati: tombini sfondati, buche e avvallamenti da rally cittadino, marciapiedi che sembrano i sentieri del Monte Zerbion dopo la pioggia. E poi le siepi, pubbliche e private, che invadono i camminamenti come se fossero Amazonia: l’unico machete richiesto oggi in città è per andare a gettare la spazzatura.

Parliamo di pulizia? Meglio di no, ché l’argomento è sporco. Marciapiedi impolverati, cartacce abbandonate, angoli di città che sembrano set per un remake di Blade Runner in salsa alpina. Le aree verdi pubbliche? Mezze spelacchiate, gialle, tristi come un Natale senza luci. Quelle per cani, invece, sono in forma smagliante: pulite, curate, e – dettaglio non trascurabile – ad uso quasi esclusivo dei quattrozampe. Insomma, ad Aosta si vive bene… se sei un cane.

Alla giunta Nuti, va detto, non manca la buona volontà. I progetti urbanistici non mancano e l’attenzione alla mobilità è concreta. Ma – ed è un "ma" grosso come un cratere in via Festaz – ciò che manca è la manutenzione, la cura, la costanza. Perché puoi rifare tutte le piazze del mondo, ma se poi dimentichi le strade che portano a quelle piazze, l’effetto è quello di un abito da sera con le scarpe da ginnastica bucate.

E non se la cavino con un’alzata di spalle nemmeno i cittadini. Perché se è vero che chi amministra dovrebbe dare l’esempio, è anche vero che molti aostani sembrano aver smarrito quel minimo senso civico che dovrebbe essere il collante di una comunità. Un esempio tra tanti? Nemmeno un’azienda di floricoltura – sì, proprio chi vende fiori! – si prende la briga di curare il marciapiede adiacente al proprio punto vendita. Erbacce, incuria e zero decoro: se nemmeno chi lavora con il bello si cura del brutto, che speranza abbiamo?

Nel frattempo, mentre la città affonda tra incuria e disattenzione, i consiglieri comunali – maggioranza e opposizione, senza distinzioni – sono impegnati in attività altissime: si discute del nulla, si analizza il sesso degli angeli, si approvano mozioni fotocopia e si partecipa a riunioni infinite dove ci si dimentica sistematicamente di Aosta. La città reale, quella dei cittadini che camminano (o almeno ci provano) sui marciapiedi rotti, che inciampano nei tombini e che si chiedono se davvero c’è qualcuno al volante.

Che differenza tra il biglietto da visita di Charvensod alle porte di Aosta e l'immagine della Capitale!

E allora, per chiudere in bellezza, ecco un piccolo bollettino clinico: oggi, una cittadina è inciampata in un tombino sfondato in viale Conte Crotti. Risultato? Distorsione alla caviglia destra, ginocchia sbucciate, ematomi su entrambe le mani. Diagnosi chiara: ferita da Aosta abbandonata. E non è la prima, né sarà l’ultima.

Una volta c’erano i balconi fioriti, oggi c’è l’odore di muffa. Una volta c’erano i premi alle vie più belle, oggi premiamo il silenzio di chi dovrebbe vigilare e invece dorme. Una volta c’era amore per questa città. Oggi c’è rassegnazione.

E voi, cari amministratori, tutti: dalla giunta al consigliere di minoranza con il badge ancora nuovo, provate a camminare per Aosta come fanno i cittadini veri. Senza scorta, senza auto di servizio, senza scorciatoie. Poi ne riparliamo. Ma attenti a dove mettete i piedi: potreste inciampare… nella vostra stessa inefficienza. E magari, anche nell’indifferenza dei vostri concittadini.

pi.mi.

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