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Aosta Capitale | 01 luglio 2025, 15:44

Confcommercio all’attacco, il sindaco Nuti risponde col bazooka: “Altro che fiori, serve serietà”

Nel mirino dell’associazione le scelte del Comune. Ma il sindaco smonta accusa per accusa: “Non bastano lamenti e nostalgia del droghiere. Il mondo è cambiato.”

Gianni Nuti

Gianni Nuti

Il commercio ad Aosta sta morendo? Dipende da chi lo guarda. Secondo Confcommercio Valle d’Aosta, sì: è in corso una desertificazione inarrestabile, con saracinesche abbassate e quartieri abbandonati, da via Martinet al quartiere Dora, passando per via Monte Vodice. Per l’associazione presieduta da Ermanno Bonomi e da Graziano Dominidiato (Fipe), il colpevole è chiaro: l’amministrazione comunale guidata da Gianni Nuti, che “ignora l’allarme” e “non ha strategie condivise”. La colpa? Scarsa cura dell’arredo urbano, comunicazione approssimativa, chiusura di parcheggi durante gli eventi. E perfino l’aver ignorato Confcommercio nelle decisioni. L’accusa più pesante? “Cinque anni persi”.

Ma il sindaco non ci sta. E stavolta non si limita alla diplomazia: risponde con un’analisi chirurgica, un fuoco di fila ironico e, sì, anche qualche frecciata letale.

Un minestrone di post social, note di partito e articoli di giornale” è il giudizio tranchant che Nuti riserva al comunicato. Non nega le difficoltà, ma le contestualizza. E ribalta la prospettiva: “Non è colpa della giunta se sono cambiati i modelli di acquisto e il mondo della distribuzione.” Amazon, crisi del commercio al dettaglio, nuove abitudini di consumo. Altro che cartelli sbagliati o fiorellini mancanti.

Nuti, con tono calmo ma deciso, demolisce pezzo per pezzo il cahier de doléances dell’associazione: Via Martinet? “In crisi da vent’anni.”

Via Saint-Martin-de-Corléans? “La stiamo riqualificando.” Confcommercio dovv'era?

Eventi troppo concentrati in piazza Chanoux? “Li abbiamo spalmati ovunque, pure all’Arco d’Augusto.” Dove c'è la sede di Confcommercio.

Parcheggi chiusi? “Per le manifestazioni che portano visitatori.”

E il parcheggio di piazza Ancien Abattoir? “Sarà un caso che sia proprio dietro la sede di Confcommercio?”

Il sindaco fa notare che, mentre Confcommercio lamenta di non essere coinvolta, ha sistematicamente snobbato proposte concrete: come collaborare per l’abbellimento delle vetrine sfitte o la cura dei fiori lungo le vie centrali. “Dov’erano quando li abbiamo chiamati?” chiede Nuti. Domanda che suona come una condanna.

Ma c’è di più: a fronte dei toni da apocalisse evocati dall’associazione, Nuti sfodera i dati ufficiali del turismo, che parlano chiaro. Tra 2023 e 2024, +23,5% di arrivi e +31,5% di presenze ad Aosta. Nel solo inverno 2025, addirittura +49%. Numeri che smentiscono, e non poco, la narrativa della “città che muore”.

E infine, la stilettata finale: “Fossero bastati i fiorellini a far tornare la merciaia e il droghiere, avremmo riempito di verde tutto il cardo e il decumano!

Una battuta che è anche una sintesi del pensiero nutiano: la nostalgia non è una politica pubblica, il lamento non è una strategia economica. In una città che cerca di diventare centro di servizi e meta turistica, Confcommercio – secondo il sindaco – pare incapace di uscire da uno schema vecchio: quello della contrapposizione sterile e delle occasioni perse.

La retorica della “città in agonia” è fin troppo facile, soprattutto in periodo pre-elettorale. Ma Aosta, nonostante i cantieri e i limiti fisiologici, sta cercando una via di sviluppo coerente con il tempo presente. Chi si limita a invocare il passato – e lo fa solo quando c'è da protestare – rischia di perdere di vista il futuro.

E Confcommercio, che dovrebbe essere guida e non megafono del malcontento, sta facendo la parte di chi guarda il treno passare lamentandosi che fischia troppo forte. Anche perché il suo presidente ben conosce la macchina amministrativa essento stato assessore comunale...e forse pensa ad un ritorno visto che a settembere si rinnova il Consiglio comunale.

red/eco

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