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CRONACA | 05 maggio 2025, 14:59

Indagine per gestione rifiuti non autorizzata: tra i sette indagati anche il sindaco di Châtillon, Camillo Dujany

L'ANSA ha riportato che la Procura di Aosta ha chiuso un'inchiesta riguardante una presunta attività di gestione non autorizzata di rifiuti nel comune di Châtillon, coinvolgendo tra i sette indagati anche il sindaco in carica Camillo Dujany, in qualità di privato cittadino

Indagine per gestione rifiuti non autorizzata: tra i sette indagati anche il sindaco di Châtillon, Camillo Dujany

Secondo quanto emerso dalle indagini coordinate dal pubblico ministero Giovanni Roteglia, Dujany – ingegnere di professione – è accusato di aver smaltito circa 500 metri cubi di terre e rocce da scavo senza la documentazione necessaria, in particolare senza la cosiddetta “dichiarazione di utilizzo”. Il materiale in questione proveniva da un cantiere relativo a un immobile della sua famiglia, per il quale lo stesso primo cittadino risultava essere committente e direttore dei lavori.

Le terre sarebbero state trasportate in un terreno destinato a bonifica agraria, per il quale era stata presentata una SCIA (Segnalazione certificata di inizio attività). Dall’analisi degli atti è emerso che il tecnico incaricato dell’intervento era un collega di studio dello stesso Dujany.

In totale, secondo la stima degli investigatori, nel terreno sarebbero stati smaltiti tra i 2.200 e i 3.300 metri cubi di materiale senza le dovute autorizzazioni. Oltre alla parte riconducibile al sindaco, 200 metri cubi sarebbero stati attribuiti a uno degli impresari coinvolti e 450 a un altro.

Gli altri indagati sono due impresari, i due proprietari del terreno e altri due colleghi dell'ingegnere Dujany. Le condotte contestate si sarebbero verificate a partire da marzo 2023, mentre le indagini sono state avviate un anno dopo, grazie a un controllo da parte del Corpo forestale di Châtillon su un impresario di Courmayeur, sorpreso a trasportare rocce da scavo verso il terreno incriminato senza le dovute autorizzazioni.

Dalle verifiche sono seguite perquisizioni – compreso l’accesso all’ufficio del sindaco, sempre in qualità di privato cittadino – durante le quali sono stati acquisiti dispositivi informatici. Alcuni elementi dell’indagine sono stati ricostruiti anche grazie a scambi di e-mail.

Con la chiusura delle indagini, avvenuta nelle scorse settimane, gli indagati potranno ora presentare memorie difensive o chiedere di essere interrogati. Il reato ipotizzato prevede la citazione diretta a giudizio.

red.

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