Il nuovo bando di Finaosta per la nomina dei vertici di CVA solleva polemiche e perplessità. A sollevarle, con un comunicato dai toni schietti, è Rete Civica Valle d’Aosta, che denuncia quella che definisce una “singolare scelta” di procedere con un bando pubblico per incarichi destinati a durare soltanto pochi mesi.
Secondo la formazione civica, si tratta dell’ennesima conseguenza di una gestione confusa e opaca degli ultimi anni, in particolare sotto la guida dell’Amministratore Delegato uscente. «Per moltiplicare gli emolumenti che gli spettavano in CVA spa – si legge nel comunicato – ha assunto cariche di vertice ben retribuite anche in CVA EOS e in varie altre società controllate da CVA. Una soluzione molto pasticciata, che abbiamo più volte criticato, e che è stata purtroppo attuata senza reazioni significative da parte di chi ha la proprietà della Società (Regione e Finaosta)».
Rete Civica punta il dito contro un sistema che avrebbe favorito la moltiplicazione dei compensi e il proliferare di poltrone. A destare ulteriore preoccupazione è il mantenimento di un Consiglio di amministrazione a cinque membri, con emolumenti «che schizzano subito in alto, esageratamente e per tutti». Una scelta che, a giudizio del movimento, non risponderebbe a criteri di efficienza, ma piuttosto a logiche spartitorie di matrice politica.
Ma è la natura provvisoria del bando a preoccupare maggiormente, perché, sottolineano i civici, «non consente neppure di capire dove Regione e Finaosta intendono condurre la nave di CVA». Le decisioni strategiche sembrano rimandate, mentre l’accenno a una revisione dello Statuto di CVA non viene accompagnato da indicazioni chiare sulla direzione da prendere.
«Il bando non rappresenta certo una svolta rispetto alle vicende degli ultimi tre anni – osserva ancora Rete Civica – anzi, il segno prevalente sembra essere la continuità: riteniamo che ne avremo presto conferma con le prossime nomine».
L’analisi di Rete Civica, pur severa, evidenzia elementi difficili da ignorare. L’intera operazione appare priva di una visione strategica chiara per il futuro di CVA, azienda considerata un asset strategico per la regione. Il rischio, secondo i critici, è quello di confermare le vecchie logiche piuttosto che aprire una fase nuova, all’insegna della trasparenza e della buona amministrazione.
In un momento in cui la Valle d’Aosta dovrebbe puntare sull’efficienza e sulla responsabilità nella gestione del patrimonio pubblico, il bando per i vertici CVA rischia di essere percepito come l’ennesima occasione persa, o peggio, come un meccanismo utile solo a consolidare rapporti di potere opachi.