Nell'aula del Consiglio Valle si è nuovamente discusso della controversa vicenda legata a Cva Eos, la società regionale di servizi energetici, con un focus specifico sulla presunta fuga di notizie tra ottobre e novembre 2024.
L’interrogazione a risposta immediata, presentata dal gruppo Lega Vallée d’Aoste, ha acceso un faro su un verbale del Consiglio di Amministrazione di Cva datato dicembre 2024, ottenuto tramite accesso agli atti ex art. 116 del Regolamento consiliare. A parlare è stato il consigliere Simone Perron, che ha illustrato la portata della questione: «Nel verbale si parla di una presunta fuga di notizie ai danni della società Cva Eos. Considerata la gravità potenziale, abbiamo richiesto che la documentazione fosse acquisita dalla quarta Commissione. Il giorno dopo, però, è comparso un articolo che smentirebbe categoricamente il contenuto del verbale, addirittura definendolo menzognero. Vogliamo chiarezza: gli eventi descritti sono stati documentati? Quali azioni intende intraprendere la società per tutelarsi, ora che la questione è pubblica?»
Di fronte a questo intervento il Presidente della Regione, Renzo Testolin, ha risposto con prudenza istituzionale:
«L’Amministrazione regionale non possiede informazioni diverse da quelle fornite al Consigliere tramite l’articolo 116. Cva sta valutando e adottando le azioni necessarie, come comunicatoci ufficialmente dal Presidente Cantamessa. Immagino che anche gli altri soggetti interessati faranno altrettanto.»
Una risposta che però non è bastata a smorzare le tensioni, come ha ribadito Perron nella replica: «La risposta del Presidente non mi convince. Ho già richiesto la documentazione per capire quali informazioni la Regione abbia o meno. Quello che emerge è un sistema di persone legate da rapporti diretti a chi decide le nomine. Sono questioni importanti, e va chiarito a chi era destinata la documentazione e perché sia stata acquisita in questo modo. Se davvero si tratta di un “cartello di carte”, come riportato sui giornali, allora queste carte possono pesare come macigni.»
Pare che la vicenda sollevi più di un sospetto e metta in luce un problema ben più ampio di trasparenza e correttezza nelle società partecipate regionali. La difficoltà nel fornire risposte nette e la presenza di riferimenti a possibili “cartelli” documentali fanno capire come sia ancora lontana la piena chiarezza sui meccanismi interni.
Se un’amministrazione regionale, per di più in una realtà come la Valle d’Aosta che fa dell’autonomia e della trasparenza un valore fondante, non riesce a fornire risposte convincenti su questioni così delicate, allora il rischio è quello di alimentare sfiducia tra i cittadini.
Insomma, più che un semplice “question time”, quella del 5 giugno è sembrata una chiamata d’attenzione a mettere davvero sotto la lente tutte le carte, i rapporti e le responsabilità, perché quando si parla di “carte che pesano come macigni”, non è solo un modo di dire.