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ATTUALITÀ | 29 settembre 2024, 18:10

Una prima + un successo = I Barbèt

Sabato 28 settembre, l'attesa prima della rappresentazione "Barbèt, frammenti di storia della gente valdese da Lyon a Cavour, da Angrogna a Torino" ha riscosso ampio e meritato successo. Un pubblico entusiasta gremiva la sala

Jean Louis con la moglie e Maura Bertin sua mo

Jean Louis con la moglie e Maura Bertin sua mo

Barbèt deriva dal termine piemontese "barba", cioè zio. Così venivano chiamati in passato i predicatori valdesi itineranti, che spesso sfoggiavano, tra l'altro, fluenti barbe. Nella seconda metà del 1500, mentre si moltiplicavano i conflitti tra cattolici e valdesi, questa parola divenne sinonimo di ribelle, eretico, bandito.

Lo spettacolo più recente proposto dal Gruppo Teatro Angrogna completa magistralmente la trilogia dedicata alla storia valdese, iniziata con A la brua! nel 1990 e proseguita nel 2010 con Li Valdes.

Come sempre, il gruppo GTA pone in rilievo la storia sommessa e sommersa, quella taciuta e negata, che vede protagonista la gente del popolo. Ed ecco la vicenda realmente accaduta di Susanna, unica figlia di Madlena e Jean. I valdesi sono liberi, dopo secoli di persecuzioni, e la ragazza vorrebbe emanciparsi lavorando in fabbrica, come tante amiche. I genitori sono contrari: a molte famiglie di quel tempo non piaceva che le figlie andassero a lavorare nei cotonifici o nelle filande locali. Preferivano mandarle a servizio presso stimati nuclei di correligionari abbienti, in città.

Susanna diventa un'apprezzata governante al timone di una casa elegantissima. Impara l'italiano e scrive lunghe lettere ai genitori, trepidanti e orgogliosi. Finché si innamora, pienamente corrisposta, dell'affascinante figlio dei padroni, suo coetaneo, e si ritrova in dolce attesa. Il giovane viene mandato lontano dai genitori, mentre Susanna è licenziata in tronco. Jean e Madlena la riaccolgono e vengono subito conquistati dal nipotino. Stavolta, Susanna va a lavorare in fabbrica. Ma, sebbene Jean sia anziano di chiesa, la comunità valdese decide di escludere la sfortunata madre nubile dalla Santa Cena, un momento fondamentale della liturgia protestante. La condanna finirà soltanto con l'arrivo di un nuovo ministro di culto, più aperto. Si tratta di una vicenda realmente accaduta, simile a tantissime altre.

 

Jean Louis Sappé

Momenti coinvolgenti per comprendere che, sebbene segnata dalle persecuzioni, la realtà valdese non è talvolta esente da intolleranza o indifferenza verso i più indifesi. La sofferenza non ci ha migliorati. Nessuno è perfetto, tranne quel Dio d'Amore a cui tutti dobbiamo rivolgerci. Molti dialoghi sul palco avvengono in dialetto patois o in francese. Bellissimi i costumi.

Barbèt verrà replicato:

Il 5 ottobre alle 21 nella Sala Valdese di Corso V. Emanuele II, 23, a Torino.

Il 12 ottobre alle 21 presso la Biblioteca Comunale di Cavour.

Il 19 ottobre alle 21 presso il Teatro Valdese di Pomaretto.

Il 26 ottobre alle 21 nella Sala Valdese di San Secondo di Pinerolo.

Il 16 novembre alle 21 nella Sala Polivalente di Villar Pellice.

Per informazioni e prenotazioni, tel. 0121 953026.

Edi Morini

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