Giornata nazionale di mobilitazione nelle città italiane per il CESSATE IL FUOCO IN PALESTINA E IN UCRAINA. "Fermiamo la criminale follia delle guerre!"
Il percorso della Pace deve essere globale. Non ci sarà giustizia sociale e climatica, lavoro dignitoso e piena democrazia in un mondo sempre più in querra, che usa le risorse per la morte e non per la vita, nel quale la giustizia, il diritto internazionale e umanitario vengono calpestati nell'impunità dei colpevoli.
La guerra non è mai una soluzione e l'orrore non deve diventare un'abitudine.
Mobilitarsi oggi per la pace, per il disarmo, per la non violenza, significa affrontare le sfide globali che abbiamo di fronte pena la distruzione dei diritti, della convivenza, delle democrazie e del pianeta.
La guerra non è mai una soluzione e l’orrore non deve diventare un’abitudine. Mobilitarsi oggi per la pace, per il disarmo, per la nonviolenza, significa affrontare le sfide globali che abbiamo di fronte pena la distruzione dei diritti, della convivenza, delle democrazie e per chiedere alle istituzioni italiane ed europee di scegliere la via della pace, impegnandosi per:
• la messa al bando delle armi nucleari
• la riduzione immediata delle spese militari a favore della spesa sociale, sanitaria, per la tutela ambientale del territorio e per una difesa civile e nonviolenta
• la riconversione dell’industria bellica, che sta traendo immensi profitti dalle guerre e dai conflitti armati
• l’immediato cessate il fuoco in Ucraina e nella Striscia di Gaza
• la liberazione degli ostaggi israeliani e dei prigionieri pa- lestinesi, la fine dell’assedio e dell’isolamento di Gaza, il libero accesso agli aiuti umanitari e l’assistenza alla popolazione palestinese
• il riconoscimento dello Stato di Palestina, la fine dell’occupazione e della violenza in Cisgiordania
• la soluzione politica e non militare della guerra in Ucraina, per porre fine all’illegale occupazione russa e per costruire le condizioni di libertà, democrazia, convivenza e di sicurezza comune per l’Europa intera
• il riconoscimento del diritto di asilo e la protezione a dissidenti, obiettori di coscienza, renitenti, disertori, profughi, difensori dei diritti umani, giornalisti, attivisti sociali e sindacalisti vittime della repressione politica in ogni contesto e nazione
• il rafforzamento dell’azione umanitaria e di protezione dei diritti umani nei contesti di violenza strutturale (Af- ghanistan, Myanmar, Nagorno Karabakh, Iran...)
• lo stanziamento dello 0,7% del PIL a favore della coo- perazione allo sviluppo
• la promozione di conferenze regionali di Pace sotto l’egida delle Nazioni Unite, per ricostruire convivenza e sicurezza nelle regioni martoriate da guerre in Medio Oriente e in Africa, che coinvolgono milioni di persone che vengono uccise, espulse dalle proprie case, impoverite, costrette alle migrazioni forzate.