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Le Messager Campagnard | 14 settembre 2023, 12:20

Vendemmia in crescita per le uve valdostane

Il contesto nazionale, però, racconta una storia diversa. La produzione vinicola in Italia nel 2023 dovrebbe raggiungere appena 44 milioni di ettolitri, registrando un significativo calo del 12% rispetto ai 50 milioni dell'anno precedenteIl contesto nazionale, però, racconta una storia diversa

Vendemmia in crescita per le uve valdostane

Nella pittoresca Valle d'Aosta, famosa per la sua produzione di vino di alta qualità, si sta osservando un interessante scenario nelle previsioni vendemmiali. Nel 2021, la produzione vitivinicola si è attestata a 17 mila ettolitri. Tuttavia, nel 2022, questa cifra è salita a 18 mila ettolitri, e le previsioni per il 2023 indicano un ulteriore aumento a 20 mila ettolitri. I dati  provengono dalle previsioni di Assosenologi, Ismea e l'Unione Italiana Vini (UIV).

"Abbiamo raccolto uve sane, qualitativamente ottime, frutto di una stagione più regolare con una piovosità nella media. Abbiamo avuto due picchi di calore alcuni giorni a fine lune luglio e dopo la metà di agosto, superate con giornate sotto media di temperature. Ormai ci dovremo abituare a picchi di calore che sono consuetudine , è sempre più evidente anche per noi il tema,  acqua , un patrimonio da gestire e da tener sempre più presente e da preservare. Ci aspettiamo quantitativi in linea con la scorsa vendemmia - commenta Giulio Corti, contitolare, assieme alla famiglia Charrère, della storica cantina valdostana Les Crêtes di Aymavilles che aggiunge - In Valle d'Aosta, inizia quest' anno, una vendemmia come sempre lunga il cui termine è comunque previsto tra fine ottobre ed i primi di novembre” .  

Il contesto nazionale, però, racconta una storia diversa. La produzione vinicola in Italia nel 2023 dovrebbe raggiungere appena 44 milioni di ettolitri, registrando un significativo calo del 12% rispetto ai 50 milioni dell'anno precedente. Questa prospettiva è stata presentata dall'Osservatorio Assoenologi, Ismea e UIV a Roma il 12 settembre 2023.

Quest'anno sembra destinato a essere la vendemmia più leggera degli ultimi sei anni, principalmente a causa degli effetti dei mutamenti climatici che hanno portato a condizioni meteorologiche incerte ed estreme, tra cui un aumento significativo delle giornate piovose nei primi 8 mesi dell'anno precedente.

L'Italia è divisa in due: il Nord mantiene livelli di produzione simili all'anno precedente, con un modesto aumento dello 0,8%, mentre al Centro, al Sud e nelle Isole si registrano flessioni del 20% al 30%. La Peronospora, una malattia fungina causata dalle frequenti piogge, ha colpito molti vigneti, soprattutto nel Centro-Sud. Tuttavia, i tecnici sottolineano che la Peronospora non ha influenzato direttamente la qualità delle uve sane.

I primi grappoli raccolti per la produzione di spumante presentano buoni livelli di acidità e aromi interessanti, offrendo prospettive enologiche positive.

Per le altre tipologie di vino, le condizioni meteorologiche durante i mesi di settembre e ottobre saranno cruciali.  

Questa contrazione della produzione complessiva potrebbe portare la Francia a superare l'Italia come principale produttore di vino nel mondo, con una produzione stimata di circa 45 milioni di ettolitri, in calo del 2% rispetto al 2022.

Tuttavia, l'Osservatorio sottolinea che questo è un dato statistico che potrebbe variare a seconda delle condizioni climatiche nelle prossime settimane, che sono cruciali per la maturazione delle uve tardive.

Il presidente di Assoenologi, Riccardo Cotarella, ha dichiarato che questa vendemmia è complessa a causa dei cambiamenti climatici e delle malattie, ma si prevedono vini di buona qualità, con alcune eccellenze. Ha sottolineato l'importanza del lavoro degli enologi sia in vigna che in cantina in annate così particolari.

Il Commissario straordinario di Ismea, Livio Proietti, ha osservato che la contrazione produttiva non dovrebbe essere motivo di preoccupazione, dato il livello elevato delle giacenze di vino, che hanno raggiunto il punto più alto degli ultimi sei anni. Tuttavia, ha evidenziato la necessità di lavorare per ridurre il gap di valore tra l'Italia e la Francia e rafforzare la competitività dei vini di qualità. (La tabella Fonte: Agea per il 2018-2022 e *stima Assoenologi, Ismea e UIV per il 2023 con la collaborazione di Masaf e Regioni) 

Il presidente dell'Unione italiana vini, Lamberto Frescobaldi, ha sottolineato la necessità di scelte politiche a lungo termine per favorire la qualità e riformare il settore vitivinicolo. Ha menzionato la necessità di modernizzare il vigneto italiano, ridurre le rese dei vini generici e rivedere il sistema delle denominazioni di origine protetta e indicazione geografica protetta. Ha anche parlato della necessità di migliorare l'aspetto commerciale e promozionale del settore.

Nel contesto della geografia vinicola italiana del 2023, il Nord ha mantenuto una produzione stabile o in aumento, mentre il Centro, il Sud e le Isole hanno registrato significative flessioni. Le produzioni biologiche hanno riscontrato alcune difficoltà aggiuntive a causa delle condizioni meteorologiche avverse.

In sintesi, l'Italia sta affrontando una vendemmia complessa nel 2023, con una produzione vinicola in calo rispetto all'anno precedente a causa dei cambiamenti climatici e delle malattie. Tuttavia, rimane un'attenzione particolare sulla qualità del vino, e il settore sta cercando di adottare strategie a lungo termine per affrontare le sfide attuali e future.

pi/cht

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