Che, al netto delle indiscusse competenze in ambito artistico, l’On. Vittorio Sgarbi sia celebre anche per la sua vis polemica e per la propensione a rilasciare dichiarazioni a volte inappropriate è cosa nota e, pertanto, ormai quasi non fa più notizia.
Ciò premesso, però, le dichiarazioni che ha rilasciato pochi giorni fa al “Corriere dell’Umbria” hanno comunque suscitato un vero e proprio vespaio, anche in considerazione del fatto che il celebre critico d’arte e deputato riveste anche l’incarico di Sottosegretario al ministero della Cultura. Dicastero cui fa riferimento la commissione che nelle prossime ore sarà chiamata a valutare i dieci progetti delle altrettante località che si contenderanno il titolo di Capitale Italiana della Cultura 2025. Ovvero, oltre ad Aosta, Agrigento, Aosta, Assisi (Perugia), Asti, Bagnoregio (Viterbo), Monte Sant’Angelo (Foggia), Orvieto (Terni), Pescina (L’Aquila), Roccasecca (Frosinone) e Spoleto (Perugia)
Stando a quanto affermato da Sgarbi, le audizioni sarebbero semplicemente un pro forma, poiché la città prescelta sarà umbra e (citiamo testualmente): “Spero che non vinca per la ventesima volta una città di centrosinistra: perciò mi auguro che arrivi prima una di centrodestra”. Perciò, con semplice deduzione logica, il cerchio si stringe sulla proposta di Orvieto, unica delle tre finaliste umbre governata da un’Amministrazione affine all’attuale compagine di governo.
Interpellato nel merito dai colleghi del “Fatto Quotidiano”, il sottosegretario ha sostanzialmente confermato quanto già affermato, ribadendo che la vittoria andrà all’Umbria perché la regione non ha mai ottenuto prima questo riconoscimento e che, secondo una logica di ‘spoil system’, dopo molte vittorie andate a città di centrosinistra ora ‘tocca’ ad una a guida del centrodestra.
Aggiungendo così un rilevante carico di perplessità a delle audizioni, in programma domani (lunedì 27 marzo) e martedì 28, già rinviate di una settimana per consentire al giornalista Davide Desario – direttore di “Leggo” e neo presidente della commissione giudicatrice, dopo le dimissioni del collega Mario Sechi, passato a guidare l’Ufficio Stampa di Palazzo Chigi – di visionare i 10 dossier finalisti. Senza nulla togliere alle capacità di comprensione di Desario, tra i membri delle delegazioni finaliste e gli ‘osservatori’ più d’uno si è chiesto come possa approfondire adeguatamente 10 dossier da cento pagine ciascuno nel breve volgere di una settimana.
Peraltro le affermazioni di Sgarbi non sono sfuggite all’Onorevole Luigi Marattin – uomo di punta di Italia Viva, lo scorso settembre rieletto deputato nel collegio Piemonte 2 – 02 – che in un tweet rivolto al ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano ha polemicamente affermato: “Se la scelta della Capitale della Cultura 2025 è già stata presa, ditelo. Così evitiamo che le altre 9 città finaiste da domani inizino la competizione a Roma. Gli facciamo pure risparmiare i biglietti per il viaggio, così facciamo anche spending review”
In sostanza, citando il capolavoro letterario di Carlo Emilio Gadda, sembra proprio di essere di fronte a ‘un pasticciaccio brutto’ che rischia di sminuire la credibilità e l’importanza della nomina della città che, per tutto il 2025, sarà il simbolo della Cultura italiana.