1) GIUDIZIO SULLA NUOVA PROPOSTA DI MAGGIORANZA E GIUNTA
Sulla proposta formulata quest'oggi dal candidato alla Presidenza della Regione, non possiamo che esprimere un giudizio negativo, anzi particolarmente negativo, che espliciterò qui di seguito, soffermandomi sugli aspetti più critici di questa operazione.
-Sulla figura del Presidente della Regione. La candidatura Testolin era stata avanzata dall'Uv già nell'ottobre 2020, ma aveva incontrato l'opposizione di Pcp, e non solo: anche VdA unie si era detta contraria. E non era solo per il fatto che Testolin fosse coinvolto in una indagine sulla attività della 'ndrangheta in Vda. C'erano anche altre motivazioni. In particolare, stante l'attuale sistema elettorale che purtroppo non prevede l'elezione diretta del Presidente della regione, non è accettabile che il criterio sia quello di affidare l'incarico a chi ha prevalso nella lotteria delle preferenze individuali. Per noi non è un criterio valido, tanto meno in votazioni per cui c'è stata una inchiesta che ha evidenziato un inquinamento del voto da parte della 'ndrangheta.
-Sulla ripartizione delle deleghe. Il cambiamento di Assessori è minimo, lo scrive anche il presidente incaricato: "minimo cambiamento di organigramma di strutturazione assessorile conseguente ad un riassetto della situazione politica". Cinque nomi sono dunque confermati; bastava quindi cercare, eventualmente, una nuova figura per la Sanità, e ricoprire l'assessorato all'Ambiente e Trasporti vacante da quasi due anni. Cosa che avrebbe permesso una maggiore continuità amministrativa, ed invece il presidente incaricato ha voluto cambiare tutte le deleghe, non si sa bene se con l'intenzione di esprimere un giudizio negativo sulla Giunta Lavevaz, se per soddisfare richieste personali o per recuperare quel rinnovato entusiasmo di cui parla e che verificheremo presto. In ogni caso i risultati sono molto discutibili. Che senso ha mettere insieme Opere Pubbliche e Ambiente? Si tratta di ambiti profondamente diversi, per certi versi quasi antitetici! Anche la scelta di concentrare sul Presidente compiti importanti come quelli delle Finanze e delle Partecipate non è condivisibile. A onor del vero non l'ho letto nel programma presentato stamattina, ma credo sia così, forse si è dimenticato di esplicitarlo collega Testolin, lo ha già pienamente interiorizzato! La maggioranza precedente giustamente aveva voluto che il Presidente della Regione fosse essenzialmente un coordinatore perché quella dovrebbe essere la sua principale funzione, insieme alla rappresentanza della Regione e allo svolgimento delle funzioni prefettizie. Invece qui si decide che l'incaricato Testolin farà per tre, un metodo per noi sbagliato.
-Sulla scelta dei singoli Assessori. Il criterio guida dovrebbe essere la competenza, se c'è fra i consiglieri bene se no si cerca anche fuori. Qui invece il criterio sembra l'inverso: cioè quello della non competenza (intesa sulla materia specifica, non in senso generale, non voglio essere fraintesa) messa a dirigere settori chiave. L'esempio emblematico è quello della Sanità dove un medico come Roberto Barmasse ci stava (e lui avrebbe anche voluto rimanerci, a leggere le notizie di stampa), ma nominare per questo ruolo l'assessore Marzi, che aveva un suo ruolo alla Finanze è poco logico. E non è l'unico caso.
-Sulla rappresentanza di genere in Giunta. Non ci sarà nessuna donna in Giunta. E' vero che non c'è nessuna donna neanche in maggioranza, ma lo Statuto consente di avere assessori esterni, come più volte si è fatto. Non c'è nessuna donna in Valle d'Aosta che può far parte della Giunta regionale? Non sarebbe stata una bella scelta quella di trovare una donna competente e metterla in Giunta al posto giusto? Non vi è passato neanche per l'anticamera del cervello, perché qui il principio è quello degli equilibri fra le componenti, delle caselle da coprire con il metodo Cencelli in versione rossonera.
-Sui contenuti programmatici. Le linee programmatiche lette stamattina sono sicuramente qualcosa in più rispetto ai punti prioritari annunciati lunedì, ma si tratta di una elencazione di temi senza dire su come si vogliono affrontare concretamente i problemi. Ma su questo tornerò più avanti con un maggiore dettaglio.
2) PREOCCUPAZIONE PER LA PERDURANTE INSTABILITA' E LA MANCANZA DI UNA VERA AZIONE DI GOVERNO
Siamo in un momento in cui, dopo la pandemia, ci sarebbe l'opportunità di un rilancio economico ed anche di azioni innovative, sorrette dai rilevanti fondi del PNRR, quindi sarebbe quanto mai utile una forte azione di governo, con obiettivi chiari e lungimiranti.
Ed invece si è in affanno e non si riesce a cogliere le opportunità che ci sono. Si fa piccolo cabotaggio, si vive e si agisce alla giornata, e la nascita da una nuova maggioranza senza un programma dettagliato e concrete indicazioni operative non consente certo di immaginare un'azione incisiva come dovrebbe avvenire nella seconda metà di questa legislatura.
3) LE RESPONSABLITA' POLITICHE
La maggiore responsabilità di questa situazione politica è dell'UV, movimento che continua a considerarsi al centro della politica valdostana e che è stato il principale artefice della lunga crisi che ha portato alle dimissioni del Presidente Lavevaz ed all'attuale situazione.
Alle elezioni del settembre 2020 l'UV era al termine di un percorso disastroso che aveva portato allo scioglimento anticipato del Consiglio, aveva presentato una lista incompleta, ma era comunque riuscita a reggere, presentandosi agli elettori con una proposta di cambiamento. Un volto nuovo come quello dell'allora Presidente del movimento Lavevaz, la proposta di un metodo più legato alla base unionista che ai giochi ed interessi del gruppo consiliare, un secco No a chi come Augusto Rollandin rappresentava un pesante passato con una gestione personalistica, spesso con scelte poco ponderate, con una vicenda di disavventure giudiziarie. Una volontà di cambiamento affermata anche a rischio di subire una sconfitta elettorale. Ebbene, il cambiamento promesso in questi due anni è stato progressivamente disatteso, smantellato, negato.
Oggi si certifica il fallimento di quel tentativo di rinnovamento. Si mette da parte il presidente Lavevaz e quello che aveva inizialmente rappresentato, si soccombe ai calcoli di potere degli uomini forti del gruppo consiliare, si stringe un patto con Rollandin - il nuovo che avanza - colui che nel settembre 2020 ha presentato una lista alle regionali per dividere l'elettorato unionista e che solo pochi mesi fa ha corso per le politiche sfidando gli autonomisti riuniti intorno a due candidature. Ed ora eccoci qui…
Emblematico anche il fatto che il Conseil Fédéral unionista, che ha puntato i piedi nei mesi scorsi e ha detto no ad una alleanza con la Lega, sia stato riunito solo ieri sera, dopo che già era stata decisa la convocazione del Consiglio Regionale e la composizione del Governo... Un atto di evidente mancanza di rispetto del ruolo dell'organismo di partito che dovrebbe essere alla base delle scelte e decisioni. Altro che cambiamento…
Se era discutibile in passato la presunzione dell'Uv di essere la guida ineludibile della politica valdostana, lo è ancor più oggi, dopo che ha dimostrato per l'ennesima volta incapacità di ragionare nell'interesse della comunità, di porre al centro i contenuti, di fare scelte innovative e coraggiose come sarebbe stata quella di costruire una squadra basata sulle competenze, anche con apporti esterni.
Quanto ai cosiddetti colonnelli unionisti, non crediamo che possano cantare vittoria: il disegno di spostare a destra l'asse delle alleanze politiche è, almeno per ora, fallito. L'operazione dei colonnelli ha condizionato tutta la prima parte della legislatura, ha portato al rinnegamento di parti significative del programma autonomista-progressista, alla rinuncia di collaborazioni che avrebbero potuto essere importanti. Ed alla fine che cosa ha prodotto? Nulla di positivo. Considerare una vittoria l'aver sostituito in Giunta il presidente Lavevaz con Testolin e l'assessore Barmasse con Grosjacques è quanto mai miserando.
E lasciateci dire che anche questa Réunification o Réunion autonomiste, che viene sventolata come la bandiera di un nuovo capitolo indecoroso della politica valdostana, è una cosa del tutto inconsistente, debole fin dalle prime battute, fatta solo di parole per coprire operazioni di potere di alcuni personaggi.
Un accenno, ma non molto di più, meritano i 5 consiglieri FP-PD, eletti in Progetto civico progressista.
PCP alle elezioni del settembre 2020 aveva ottenuto gli stessi voti e lo stesso numero di eletti dell'Uv, era l'espressione di una domanda forte - che c'è anche a sinistra, fra i progressisti - di cambiare storiche sudditanze, di guidare la Valle d'Aosta sulla base di persone e contenuti nuovi. So bene quanto noi ci siamo impegnate per questo nei mesi precedenti al voto, con l'aiuto di decine e decine di persone che hanno contribuito disinteressatamente a quel successo. I 5 consiglieri di FP-PD hanno affossato tutto questo, hanno silurato la speranza, si sono appiattiti e adeguati ai giochi di potere, pensando solo a piccoli e squallidi tornaconti personali. (Un sistema disgustoso), un tradimento del progetto politico che aveva generato aspettative nell'elettorato di sinistra, che si era allora in gran parte ricompattato.
Quanto alla Lega, siamo curiosi di sapere quale lezione trarrà dopo questo capitolo che segnala anche il suo fallimento, il fallimento di quasi due anni e mezzo di malcelata complicità o accondiscendenza con i cosiddetti colonnelli… per andare dove? Non pochi elettori e simpatizzanti leghisti e di centrodestra hanno espresso in questi giorni, comprensibilmente, il loro totale sconcerto e la critica per l'assenza di reale opposizione.
3 IL PROGRAMMA
E vengo ora più dettagliatamente al programma. Rispetto alle priorità diffuse lunedì ci sono degli ampliamenti ma su molti aspetti essenziali non ci sono indicazioni di prospettiva operativa chiara; c'è una enunciazione ma non si dice come li si vuole affrontare. Mi soffermo su alcuni di essi.
MOBILITA' E TRASPORTI
Per il Tunnel del Monte Bianco si scrive " prise en charge de la problématique concernant la fermeture temporaire du tunnel du Mont Blanc avec la définition de solutions alternatives à court terme et d'interventions de longue durée" Che vuol dire? E' in corso una campagna di Confindustria e delle Società autostradali perché la Regione VdA chieda il blocco dei due cantieri-test programmati per autunno '23 e '24 e punti al raddoppio del Tunnel del Monte Bianco. A nostro avviso si tratta di una richiesta sbagliata perché solo con i due cantieri test si possono fare delle previsioni sulla entità e sui tempi dei lavori di risanamento del Tunnel. Parlo di lavori di risanamento perché uno dei problemi emersi è la presenza di amianto nei manufatti e quindi le due Società dei Trafori ed il GEIE hanno valutato come intervenire: ed ora che una prima decisione è stata presa è bene che venga rispettata.
Sull'ipotesi di raddoppio del Tunnel che è riemersa dopo vent'anni, ricordo che il Consiglio regionale fra il 1999 ed il 2012 si è pronunciato ripetutamente sulla questione. Sempre dicendo di NO. Ricordo in particolare la Risoluzione del 23 settembre 1999 ed anche la Risoluzione del 7 marzo 2002, approvata all'unanimità, in cui, a proposito dei transiti di Tir al Tunnel Monte Bianco, si chiedeva “una riduzione, almeno il 50%, del numero dei mezzi pesanti rispetto alla situazione antecedente il 24 marzo 1999”. Un'azione chiesta dal Consiglio che non è stata perseguita coerentemente. Prima del disastro del 24 marzo 1999 transitavano circa 800.000 tir all'anno; il 50% in meno significa che non dovrebbero superare i 400.000, ed invece siamo a 600.000 Tir all'anno.
Su tutta questa partita non si capisce che cosa vuole fare la nuova maggioranza. Smentire decine di risoluzioni del Consiglio e pronunciarsi per la seconda canna? Chiedere la riduzione del transito dei Tir? Sono questioni programmatiche rilevanti ma non c'è chiarezza.
Ancora per i trasporti scrivete "Occorrerà approvare il PRT": messa così è una affermazione ridicola! L'approvazione è prevista da una legge che risale al 1997, sono 26 anni che la Valle aspetta il PRT, che era pronto per l'approvazione oltre due anni fa! Di quale PRT parlate, con quali contenuti? Quello che avevo portato in Giunta a febbraio 2021 e trasmesso al Consiglio? Quello che il presidente Lavevaz a dicembre 2021 annunciava come in dirittura di arrivo per febbraio 2022? Quel testo a cui ora farete qualche piccola modifica, per arrivare infine all'approvazione e adempiere ad un obbligo di legge? O che cosa?
Si prevede poi la "Piena operatività dell'Aeroporto regionale" Ma che vuol dire?? Chi ha scritto quella frase non tiene conto della situazione all'Aeroporto regionale dove l'operatività è ormai da vari anni ridotta al minimo. Il Master Plan dell'Aeroporto fortemente voluto nel 2004 dall'allora Assessore ai Trasporti Caveri, è stato un fallimento totale. Prevedeva intensi voli commerciali, con decine di migliaia di passeggeri all'anno. Un Piano che è stato abbandonato, tanto è vero che il Consiglio regionale nel 2015 con una apposita mozione ha chiesto l'elaborazione di un nuovo Master Plan. Sono passati 8 anni e ancora non c'è. E quando io nel febbraio 2021 ho proposto di portare quanto meno in Consiglio una Deliberazione di indirizzo sull'Aeroporto sono stata bloccata.
L'unica opera su cui sono ripresi i lavori all'Aeroporto è quella su una grandiosa Aerostazione concepita vent'anni fa che è già costata 5 milioni e che ne richiede almeno altri dieci per essere completata, ma è un edificio che non sarà utilizzato come vera e propria Aerostazione perché non c'è più un traffico commerciale all'Aeroporto di Aosta. Quindi cosa vuol dire piena operatività?
E per concludere sul tema dei trasporti non poteva mancare la ferrovia.
Silenzio totale sulla Ao-Pré-St-Didier. Non una sola parola, quando sappiamo benissimo che le indicazioni che vengono dall'Europa e dal Recovery found sono quelle di implementare il più possibile la mobilità ferroviaria e condivisa, di contenere il traffico su strada. Ma niente, la Aosta Pré-St-Didier è un tabù!
Per la tratta Ivrea-Aosta che sarà finalmente elettrificata…c'è solo un accenno ai servizi sostitutivi nel periodo di chiusura della tratta per i lavori e all'acquisizione dei treni elettrici. E' uno scherzo? Si prospetta un lungo periodo di chiusura della linea in cui si possono fare tante e importanti opere di miglioramento degli incroci, di velocizzazione della tratta, di eliminazione di alcuni ulteriori passaggi a livello, opere in varie stazioni, Hone-Bard, Nus e in particolare Aosta dove è opportuno cogliere l'occasione per ampliare e completare il sottopasso ferroviario ecc. ecc., opere in gran parte già previste dal Programma strategico approvato dal Consiglio nel 2019 e con finanziamenti da parte del Contratto di programma fra Stato e Rfi, ma ancora da realizzare… Sono decine di milioni di investimenti. E di tutto questo non intendete occuparvi? E' sconcertante!
IN CAMPO AMBIENTALE
Si accenna a pochi temi: il PTA, la crisi idrica, la fattibilità dell'impianto di risalita nel vallone di Cime Bianche, la promozione di una progressiva decarbonizzazione, attraverso una non meglio definita riduzione dell'uso delle fonti fossili…
Per il PTA scaduto da oltre 6 anni si propone "L'approvazione in tempi rapidi del Piano già presentato e discusso in Commissione, che permetterà di definire le linee idonee a bilanciare le esigenze di tutela, di valorizzazione e di utilizzo delle risorse idriche": Siamo in enorme ritardo e si riesce ad affermare che l’iter di approvazione si è già concluso in Commissione, dove sono state presentate varie osservazioni vagliate dagli uffici ma dove in realtà non si è arrivati ad alcuna conclusione… Vale la pena rammentare che dobbiamo approvare non un piano di gestione delle acque, ma uno specifico piano di TUTELA, necessaria a causa della progressiva aggressione a questo bene comune per finalità speculative private.
A proposito della crisi idrica si prevede "la definizione di pronte azioni di contrasto in merito alla crisi idrica, predisponendo un accurato censimento delle fonti idriche e dei bacini sul territorio regionale finalizzato all'elaborazione di un adeguato piano di misure organizzative e di interventi volti a mitigare gli effetti della siccità, tra i quali la realizzazione di bacini di accumulo multifunzione (agricoltura, antincendio, innevamento e turismo, ecc.).
Siamo all’emergenza e non può essere quella dei bacini l’unica soluzione: occorre ripristinare il più possibile la naturalità dei corsi d’acqua con la loro capacità di trattenimento, evitare ogni spreco, intervenire sulle perdite, pensare al riutilizzo delle acque reflue...
La crisi idrica è strettamente connessa al cambiamento climatico di cui però nulla si dice, tranne che bisogna cogliere la sfida che ne deriva…
Eppure sul tema del cambiamento climatico che nel vostro programma è citato confusamente insieme a quello demografico e sociale, abbiamo un odg approvato all'unanimità per una Vda FFF al 2040, che non prevede una riduzione dell'uso di fonti fossili, prevede l'azzeramento nel 2040...ma anche su questo obiettivo nulla si dice, eppure è una questione chiave per il futuro.
Su Cime Bianche si prevede "la prosecuzione dell'iter tecnico-giuridico-amministrativo finalizzato alla verifica di fattibilità per la realizzazione del collegamento intervallivo":
Dicitura inaccettabile: è da due anni che si richiede di verificare in via preliminare la fattibilità giuridica dell’ipotesi di collegamento in virtù del divieto stabilito dal DM 17 ottobre 2007! E’ indecente che i 5 eletti nella lista PCP, in virtù anche della chiarezza programmatica sulla questione Cime Bianche, non abbiano neppure avuto l’accortezza di richiedere tale verifica giuridica (dal probabile costo 10.000 euro per una consulenza). E’ sconcertante che si continui a prendere in giro operatori e popolazioni delle valli interessate vendendo fumo, vendendo illusioni.
Ancora una volta infatti quanto proponete non fa i conti con quanto emerso da tempo, cioè l'esistenza di un divieto esplicito relativo a quel DM che il Ministero dell'Ambiente ha fatto anche recentemente valere per progetti simili. Abbiamo appreso mercoledì dagli organi di informazione che lo studio di realizzabilità commissionato a ottobre 2020 sarà finalmente inviato dalla Monterosa ski all'azionista, che secondo l'amministratore delegato Munari deciderà "cosa comunicare e come comunicare", una espressione che suona come una sorta di censura preventiva…Staremo a vedere. Intanto siamo in attesa da tempo immemorabile della nota dell'avvocatura sull'applicazione del DM in questione, sollecitata il 9 gennaio durante l'ultima commissione sulla petizione e richiesta ancora attraverso accesso agli atti il 10 febbraio scorso, senza risultato. Su Cime Bianche meglio sarebbe stato essere chiari, dire che quell'impianto, a prescindere dall'opposizione e le osservazioni ambientaliste, comunque non si può fare, ma che c'è una altra proposta in campo per la valorizzazione naturalistica del vallone, che va colta e coltivata.
Nei vostri punti c'è poi "il rafforzamento dell'immagine della Valle d'Aosta quale destinazione turistica di eccellenza al fine di migliorarne il posizionamento nei confronti delle principali località concorrenti dell'arco alpino".
Una banalità, buona per tutto e per niente. Prima di rafforzare l’immagine bisognerebbe capire quali sono le sfide del settore portante dell’economia regionale, quale il posizionamento della Valle d’Aosta in un mercato in continua e profonda evoluzione, come preservare le specificità della Valle d’Aosta e come accrescerne l’attrattività. Ci sono alcuni interrogativi ai quali non si può sfuggire: Che ne sarà del turismo invernale? Come trovare personale valido? Quale mobilità individuale e collettiva? Conosciamo i turisti di oggi e di domani, e loro aspirazioni? Cosa ne pensano oggi i visitatori dell’offerta turistica valdostana e dei servizi offerti? Di tutto ciò neppure l’ombra.
Ancora sulla parte legata al turismo si fa riferimento ai temi dell'imposta di soggiorno, delle locazioni turistiche e degli accompagnatori di media montagna. Si tratta di aspetti molto rilevanti su cui sarà necessario un lavoro di commissione e un confronto con tutti gli attori interessati, in quanto stanno emergendo molte criticità e confidiamo nella volontà di apportare delle modifiche e miglioramenti.
Per quanto concernere l' ENERGIA:
Gli unici due punti a cui vi si accenna sono l'approvazione del PEAR e la proroga delle concessioni idroelettriche
Certo che il Pear va approvato, siamo già in ritardo di tre anni.... Il Piano energetico ha una grande valenza strategica, ma non si è detto nei mesi scorsi e non si dice oggi in questo documento, che tipo di Pear vogliamo. E' un Pear che a nostro avviso deve essere coerente con la strategia FFF approvata dal Consiglio regionale nel dicembre 2018 e che è stata declinata nella Road Map varata a febbraio 2021, ma purtroppo mai portata all'approvazione del Consiglio regionale. Abbandonare l'uso dei combustibili fossili entro il 2040 è una grande sfida in cui la VdA può ottenere un risultato di prestigio, ma non stiamo andando in quella direzione.
L'elettrificazione della ferrovia Ivrea-Aosta è senz'altro un passo avanti, ma i consumi energetici della società valdostana attualmente sono ancora coperti al 66% da combustibili fossili, mentre l'utilizzo di Fer (fonti di energia rinnovabile) si ferma al 34%.
Nel documento programmatico c'è un breve accenno alle Comunità energetiche rinnovabili. Ma niente di più. Non si dice cosa si intende fare rispetto a questa opportunità, eppure c'è a livello generale, in particolare da parte degli enti locali, un'attenzione al tema e una serie di opportunità, di azioni che vanno coltivate e perseguite. Quali sono gli intendimenti sulle Cer? Sono un'attività marginale nel campo della produzione e dei consumi energetici oppure una grande opportunità per incrementare la produzione da Fer e di coinvolgere comuni e cittadini in una azione virtuosa? che peso si vuol dar loro? Un programma di legislatura aggiornato dovrebbe dirlo.
Praticamente nulla si dice sul ruolo di Cva, una società che è di totale proprietà della Regione, ma che attualmente agisce totalmente al di fuori del controllo della proprietà. Non è accettabile che una società pubblica di rilevanza strategica come Cva non abbia una interlocuzione stabile con la Giunta ed il Consiglio regionale. Lo abbiamo visto sul discorso delle tariffe, una estrema difficoltà ad interloquire con i vertici Cva, un atteggiamento remissivo e subalterno da parte della Giunta. In queste ultime settimane poi abbiamo avuto informazioni su acquisizioni e operazioni societarie importanti (con la Società Sistemi rinnovabili e con la Bonifiche ferraresi), il tutto senza neppure una informativa alla competente commissione consiliare. Il Consiglio regionale è totalmente tagliato fuori da tali scelte. E nel documento programmatico non c'è nulla!
Ma la “perla” in campo energetico sta in quelle due righe a pagina 2: "il est fondamental de travailler à la prorogation des concessions des grandes dérivations hydro-électriques gérées par la société CVA, dans l'attente de s'attaquer à la question plus complexe de leur réattribution".
In sostanza ci venite a dire che nella prossima metà legislatura vi batterete per la proroga delle concessioni in scadenza e stop! E' stupefacente la totale assenza di riferimento alla Norma di attuazione per trasferire la competenza alla Regione in materia di concessioni. Stupefacente perché il tema è da ormai cinque anni all'attenzione del Consiglio e della Commissione paritetica Stato-Regione e anche perché in questa nuova maggioranza c'è Pour l'autonomie, che ha più volte presentato iniziative sulla Norma di attuazione e sui lavori della Commissione paritetica, e ora che entra a fare parte del Governo… il tema viene dimenticato, derubricato, perché prima c'è la proroga!
Nel programma dell'ottobre 2020 sul ruolo di Cva e su questo tema cruciale delle concessioni erano scritte parole chiare: “CVA deve restare una società pubblica, una impresa che opera sul mercato e che, pur avendo come fine una ottimale gestione economica, riservi grande attenzione agli aspetti sociali, ambientali, al legame con il territorio, all'efficientamento energetico, alla ricerca e ai servizi innovativi. Ciò può avvenire con apposita norma di attuazione e specifiche leggi regionali che devono anche consentire alla Regione di disciplinare in piena autonomia la materia delle concessioni per le grandi derivazioni idroelettriche, prevedendo specifiche e particolari procedure nella riassegnazione delle autorizzazioni per le società che siano interamente pubbliche.”<s></s>
Anche allora si diceva che nelle more della Norma di attuazione bisognava valutare eventuali proroghe, ma la priorità era nella Norma stessa ed in quello che ne deve seguire, cioè la legge regionale per disciplinare la riassegnazione delle concessioni.
Qui le priorità sono capovolte, anzi l'impegno sulla Norma di attuazione è bellamente dimenticato.
LEGGE ELETTORALE
Nel documento per l'ennesima volta si parla di una nuova legge elettorale regionale, ma non si dice che legge si vuole fare, c'è solo un timido accenno alla "représentation équitable des genres au sein du Conseil".
Anche in questo caso il confronto con il programma del 2020 permette di notare che allora qualcosa in più si diceva: ("Va affrontato il nodo della stabilità di governo attraverso una riforma della legge elettorale, che tenga conto degli esiti dei lavori nel merito svolti nella scorsa Legislatura, in particolare nella sottocommissione della Prima commissione, con meccanismi che assicurino maggioranze certe e stabili. In questo quadro va risolta anche la questione della preferenza di genere, affrontando il tema delle preferenze senza venir meno a meccanismi - come le sedi di spoglio centralizzato - che garantiscano la piena segretezza del voto”. Già allora si poteva dire di più e meglio, ma alcune cose precise venivano dette.) Partire dall'esito dei lavori della Sottocommissione della Prima Commissione, che aveva concluso i lavori nel novembre 2019 con una proposta di legge elettorale che prevedeva l'elezione diretta del Presidente e della maggioranza.
Dopo due anni e mezzo invece di un passo avanti se ne fanno due indietro.
CONCLUSIONE
Come ho detto in apertura, diamo un giudizio negativo sull'operazione politica che oggi ci è stata prospettata. Un giudizio negativo che riguarda un progetto che è di mera sopravvivenza di alcune persone e alcune sigle, che è inadeguato negli organigrammi proposti e debole per quanto riguarda i contenuti. Non è questa operazione di basso cabotaggio che serve alla Valle d'Aosta.
Il nostro voto sarà quindi negativo, ma non rinunceremo certo a fare delle proposte e a tentare di portare all'attenzione situazioni e contenuti. Ci sono nostre proposte di legge già depositate su temi importanti come la riforma elettorale e il contrasto alle discriminazioni sessuali e nei prossimi giorni ne presenteremo una organica e innovativa per lo sviluppo delle Comunità energetiche, interverremo con mozioni, ordini del giorno ed iniziative ispettive.
Nelle conclusioni del documento programmatico si legge che ritenete "essenziale l'avvio di un confronto franco e costruttivo con tutte le forze rappresentate in Consiglio regionale in merito agli argomenti sui quali è necessario trovare un accordo, così come su alcuni punti programmatici in relazione ai quali è essenziale trovare delle convergenze che possano dare delle risposte alle concrete aspettative della nostra comunità."
Per due anni noi ci siamo trovate di fronte ad un muro di no alle nostre proposte, vedremo quindi se sarà ancora così o se qualcosa cambierà, o se questa apertura è solo nei confronti di qualcuno... Pensiamo però che non potrete andare lontano, raccogliere consensi e fare cose utili senza avere un orizzonte un po' più ampio ed una capacità reale di confronto con le esigenze e le proposte di cambiamento che provengono da più parti.