"Parla con papà, io devo andare a prendere i tubi". Ci ha accolti così , a conferma del suo carattere schivo e più attento al fare che al dire, Manuele Carlon, 43 anni, giovane agricoltore che con la mamma Cristina Bieller e la sorella Lara, sotto l'occhio vigile ma non interferente di papà Ivo che ha svolto un’attività tutt’altro che agricola ma che nelle sue vene scorre il sangue di campagnard, gestisce la Società Agricola Grand-pré di Chatillon.
A riscoprire l’angolo di paradiso ambientale è Lino Blanchod, celebre musicista e noto Maestro internazionale che, salito ai 1500 metri Promiod, dove ha passato anni della sua infanzia, ha notato che il declivio a monte del villaggio da una selva di arbusti era diventato una vasta prateria delle alpi dove da maggio a fine ottobre pascolano oltre 50 mucche salite dal piano di Chatillon, una dozzina di manzi e una decina di vitelli pascolano.
In 13 anni, Manuele (nella foto) ha trasformato un’area ricca solo di vegetazione incolta, arbusti e sterpaglie infestanti – frutto di anni di abbandono - in rigoglioso prato a pascolo da far invidia ai green del golf.
Gli ambientalisti da salotto dovrebbero prendere lo zaino in spalla e imboccare il sentiero che in meno di due ore porta a Promiod. È una bella mulattiera, percorsa innumerevoli volte da Emile Chanoux che saliva a Promiod per incontrare alla Prevostura l’abbé Joseph-Marie Trèves, un altro padre della nostra Autonomia, per confrontarsi sul futuro della Petite Patrie.
Infatti, fino agli anni ’40 vivevano oltre 50 famiglie che avevano la scuola dove si sono formate tante generazioni, tre mulini a acqua ed un forno comunitario rimesso a nuovo così come un molino ancora perfettamente funzionante con le acque del torrente poco distante dall’abitato.
Il percorso del sentiero si snoda lungo la vallata all'interno di un bosco misto, all'ombra fresca di pini e castagni e ai piedi dei roccioni ai quali sono abbarbicati gli archi del Ru du Pan Perdu di Châtillon (spiega lo tapazovaldoten). Giunti a Promiod, dove le poche famiglie oggi residenti vogliono far tornare il villaggio agli antichi splendori: ovvero ai tempi de tre forni comunitario per la cottura del pane nero, il mulino per la macina di segale e frumento – oggi è attivo più amore per le tradizioni e la cultura che per necessità. Ambientalisti da sofà e chi sostiene che gli aiuti all’agricoltura non sono investimenti sociali ed economici scopriranno di quanto può fare l’amore e la passione per l’agricoltura e la zootecnia.
Nell’estate 2009 Manuele ha iniziato la sua opera di riconversione della vasta area incolta in una grande prateria alpina che si sviluppa da 1500 a 1800 metri di altitudine, con l’intento di ridare nuova vita a Promiod che può onorarsi di aver visto transitare lungo le sue strade, di ritorno dal Col Serena, san Giovanni Paolo II, papa Karol Jozef Wojtya che amava la nostra regione e che a Les Combes di Introd trascorreva soggiorni estivi nel corso dei quali andava alla scoperta del valle.
Appezzamento dopo appezzamento, ai fondi di famiglia Manuele ha unito prati presi in affitto o acquistati da vari proprietari. In una dozzina di anni ha realizzato a spese proprie una sorta di ‘accorpamento fondiario’ mai realizzato in passato, quando c’erano le disponibilità finanziarie della Regione, per miopia degli avi. Così, sempre perché le risorse economiche pubbliche scarseggiano, ha realizzato in proprio una vasta rete idrica – in parte in superficie - che alimenta le girandole di irrigazione che di volta in volta devono essere spostate per contrastare, soprattutto quest’anno, anche se la zona è ricca di acqua, la siccità.
Quando le mucche scendono al piano a Promiod rimangono i manzi che Manuele che due o tre volte al giorno scende e sale da Torgnon, dove risiede, per accudirli.
Quella di Manuele, ed in generale quella della Società Agricola Grand-Pré di Chatillon, è in concreto una sollecitazione alla politica regionale che, di fronte all'invecchiamento della popolazione agricola, deve intensificare gli sforzi per incoraggiare i giovani a diventare agricoltori. I giovani agricoltori devono ricevere aiuti per far decollare la loro attività con sovvenzioni all’avvio, sussidi al reddito e altre forme di sostegno come la formazione supplementare.
Sostenere la giovane generazione di agricoltori non solo migliora la competitività futura dell'agricoltura di montagna, ma contribuisce anche a garantire l'approvvigionamento alimentare per gli anni a venire. Insomma Promiod è un Manifesto, quanto mai attuale, di come si deve interpretare l’agricoltura, di cosa hanno bisogno i nostri giovani campagnards, di come sostenere i giardinieri delle nostre montagne.
E' necessario evitare che i nostri villaggi siano svenduti e che siano animanti pochi mesi all’anno dai turisti e per il resto dell’anno abbandonati al loro destino. La terra chiama e i giovani rispondono. La pandemia prima e la guerra in Ucraina ora hanno delineato uno scenario che richiede con urgenza un robusto rilancio dell’attività produttiva agricola.
Manuele ha fatto e sta facendo molto, la Regione prenda atto. Come ha detto il ministro Stefano Patuanelli ad un convegno di Coldiretti: "O ci poniamo il tema di coltiverà le nostre terre oppure siamo destinati all'abbandono per mancanza di persone che vadano a coltivare è fondamentale attrarre i giovani in agricoltura” e mettere in campo capacità di garantire nuove generazioni di agricoltori.
Manuele e tanti altri giovani agricoltori valdostani hanno aperto la strada; è giusto e doveroso sostenerli.