“Eravamo quattro amici al bar, che volevano cambiare il mondo” cantava Gino Paoli nel 1991; poi è scoppiata la guerra. Questa volta, 77 anni dopo la seconda guerra mondiale con i suoi milioni di morti, le atomiche in Giappone, il muro di Berlino, la guerra fredda, ecc.. le provocazioni hanno acceso la miccia, come se non fossero bastati i morti del Donbass.
Che cosa ha fatto Kennedy quando l’URSS ha messo i missili a Cuba? Ha minacciato direttamente Cuba ed ha preteso la rimozione degli ordigni nucleari. Lo stesso ha fatto Putin di fronte alla possibile estensione della Nato proprio a 300 Km. da Mosca; anzi, ha scatenato un’azione militare sanguinosa invadendo l’Ucraina: e la guerra è sempre un errore, un grave errore.
A rimetterci è la pace, cioè la pacifica convivenza in Occidente. Fino a quando i popoli si ostineranno a non rispettare le minoranze etnico-linguistiche, tutte le tragedie saranno possibili e da molti anni se ne vedono le conseguenze in varie regioni del mondo con milioni di uomini in fuga dalle guerre.
Volodymyr Zelensky deve rispettare l’autonomia di Donetsk e Lugans’k, che non da ieri rivendicano una sostanziale distanza dal nazionalismo di Kiev. In quelle due repubbliche separatiste sono forti i legami etnico culturali con la Russia e sono “liens” ancestrali che non possono essere soffocati dal potere centrale. Kiev dovrebbe spiegare per quale ragione oltre 100mila abitanti delle due repubbliche sono fuggiti in Russia.
E poi c’è la pace: la pace deve dominare sovrana e non essere minacciata da missili nucleari installati a 300 Km. da Mosca e nemmeno dalla guerra, che è il male peggiore. Certo, l’Italia è fedele al Patto atlantico: ma non può essere trascinata in una guerra che nessuno vuole.
Anche le sanzioni sono un errore che mortifica l’Italia, già stremata dalle forzature del Covid-19 e dal peso del debito pubblico.
È giusto che Kiev rivendichi la sua integrità territoriale: il modo migliore per ottenerla è rispettare le minoranze etnico - linguistiche dell’Ucraina e mantenere con l’ex madre patria Russia rapporti pacifici. A forza di gridare: “al lupo, al lupo!” tutti gli animali della foresta si gettano sulla preda più vicina.
Avete presente il “San Sebastiano” dipinto da Tiziano nel 1570, esposto all’Ermitage di San Pietroburgo? Ebbene, esso è circondato dalla stessa luce scossa e tragica che brilla sul caos guerresco dell’Ucraina, mentre donne e bambini cercano scampo fuggendo nei Paesi vicini.