Alle ore 15 di sabato 4 dicembre 2021, davanti ad un folto numero di persone interessate all’evento e alle autorità locali, è stato inaugurato ad Avigliana il nuovo sito d’arrampicata sulle pareti del monolito del “Roc ‘d Pera Piana”. La breve marcia di avvicinamento di circa 15 minuti con ritrovo alle 14,45 presso la Cappella di via Monte Pirchiriano, angolo sentiero per Pietra Piana, è stata effettuata dal gruppo dei convenuti e nel rispetto delle normative “anticovid” raggiungendo altri già presenti sul luogo del caratteristico monolito alto 11 metri, costituito da prasinite, che è in realtà una piccola parte di quanto rimane di un unico grande affioramento roccioso, ora frammentato, situato fra il Roc ‘d Pera Piana, il Roc Tiberio e il versante opposto a ovest.
In passato la zona è stata sfruttata come cava e ne rimangono segni evidenti: il taglio netto di alcune parti della roccia, i macigni sparsi per il pendio, i fori dei barra-mine per inserire l’esplosivo, il pietrame a terra (smarino), il terreno piano adibito alla preparazione del materiale per il trasporto, la vicinanza alle strade di accesso, i casotti per il deposito del materiale esplosivo in zona protetta e lontani dal sito. È curioso notare che ci troviamo in un’area di contatto fra la serpentinite (Rocce Rosse) e i micascisti che caratterizzano le pareti nella zona del versante ovest della cava.
I monoliti (come questo in oggetto) da sempre suscitano emozione per la loro elegante bellezza, per la forma slanciata e per le lisce pareti, alcune particolarmente adatte all’arrampicata sportiva. Si differenziano dai massi erratici, più adatti alla pratica del “sassismo o boulder", che sono frammenti di roccia, anche di notevoli dimensioni, trasportati dal ghiacciaio verso valle. I riferimenti geologici, qui sopra ripresi, sono stati forniti da Vittorio Pane, socio della sezione CAI di Giaveno. Negli anni ‘60 del secolo scorso alcuni giovani alpinisti aviglianesi battezzarono il monolito “Cit Cervin” (Piccolo Cervino), per la sua somiglianza al colosso delle nostre Alpi e ancora oggi da parecchi è così conosciuto.
Gian Carlo Grassi fu però il primo a valorizzare il Roc ‘d Pera Piana. Ed è proprio nella ricorrenza a 30 anni dalla sua tragica scomparsa, a soli 44 anni, che si è voluto ridare vita ad uno dei luoghi dove lui più amava arrampicare.
Gian Carlo Grassi (14 ottobre 1946 – 1 aprile 1991) era originario di Condove in Val di Susa, guida alpina e alpinista di fama internazionale, è stato anche uno dei pionieri dell'arrampicata su ghiaccio. L'incidente che causò la sua morte avvenne a causa di un distacco di una cornice di neve dopo aver scalato la cascata di ghiaccio “Torre di Luna” sul Monte Bove, nel gruppo dei Monti Sibillini, situati nell'Appennino umbro-marchigiano. “La sua scomparsa ha lasciato tanti orfani. Gian Carlo era come una sorgente di luce creativa che ha illuminato un’epoca..”.
A dirlo è Roberto Mantovani, giornalista, storico d’alpinismo, ma soprattutto suo amico. Gian Carlo Grassi ha concepito come ambiente naturale non solo l’alta montagna, ma anche i massi e i monoliti a due passi da Torino (come per l’appunto il Roc ‘d Pera Piana). Negli anni ‘80 è stato uno dei principali promotori del “sassismo” e nel 1982 ha pubblicato la guida “Sassismo Spazio per la fantasia” dove si legge: “A me resta il ricordo di giornate ricche di attività: quattro inverni passati a cercare massi erratici nei boschi di Avigliana, utilizzando una cartina trovata su un vecchio libro, come pirati alla ricerca di tesori sepolti. Eppure ho capito, l’avventura era totale e completa. Certo giocavamo, ma per noi ogni masso scoperto era un universo intero, un cielo di stelle da esplorare, un deserto da conoscere.”
Aggiungo una nota personale, in quanto avevo conosciuto Giancarlo nel lontano 1985 quando avevo collaborato con lui alla stesura del primo libro che illustrava questi caratteristici affioramenti rocciosi dal titolo: “90 scalate tra guglie e monoliti” edito dalla De Agostini (serie Görlich – anno 1987) e quest’estate, approfittando della venuta in Italia di mia figlia Stella (ora residente in Canada), arrampicatrice e “già” campionessa di arrampicata sportiva, ancor prima della sua attuale richiodatura, ero salito (seppur non più in piena efficienza fisica), su questo monolito. Prima e dopo l’inaugurazione oggi in molti lo hanno scalato per più vie.
L’inaugurazione si è svolta togliendo il “Tricolore” posto sul pannello alla base del blocco roccioso. La realizzazione di quest’opera e l’organizzazione dell’evento sono state curate dal Comune di Avigliana, che ha finanziato l’intero progetto, autorizzato dall’Ente di Gestione delle Aree Protette delle Alpi Cozie. I lavori sono stati eseguiti dalla ditta MonteFuni s.r.l. che ha egregiamente attrezzato le 19 vie esistenti sul monolito (tolta una irrecuperabile) e i pannelli sono stati forniti dalla ditta Sand s.r.l. Per la preparazione della nuova realizzazione, volta a valorizzare ulteriormente il territorio aviglianese, si era costituito un gruppo di lavoro con gli Ecovolontari e il Club Alpino Italiano (locale e non solo); in particolare sono da citare Claudio Ronzoni ed Enrico Scagliotti, presidente del CAI di Almese ed ecovolontario aviglianese, che, addirittura prima dell’orario di lavoro, tante volte si è recato sul sito per ripulirlo e renderlo sempre più piacevole.
Da evidenziare anche il costante operato degli Ecovolontari per la manutenzione della rete sentieristica. Gli interventi sono iniziati con il sindaco Andrea Archinà che, oltre ai doverosi saluti ai convenuti, ha sottolineato l’impegno e la sensibilità rivolti a tutte quelle opere che, come queste, incrementano un turismo intelligente sul territorio. L’assessore Andrea Remoto, che ha curato da vicino la realizzazione di quest’opera, ha ringraziato tutti quelli che hanno collaborato, affermando come sia importante, considerato il difficile momento pandemico che stiamo vivendo, la creazione di questi spazi nella natura, all’aria aperta, come la già frequentatissima palestra di roccia “Ex cava Bertonasso” con più di 40 vie di scalata, riaperta nel 2009 con l'intervento dell'Amministrazione Comunale di Avigliana e del CAI locale.
Ha preso poi la parola Arnaldo Reviglio, “factotum” di tante iniziative aviglianesi, consigliere “anziano”, che ha rimarcato l’importanza di quest’opera e ha ricordato l’impegno del volontariato anche nel campo naturalistico e specificatamente nella valorizzazione degli itinerari di un tempo. Ha portato anche i saluti di chi, non potendo partecipare di persona, ha voluto comunque far risaltare il proprio consenso e partecipazione quali l’AASAA (Auteurs Associés de la Savoie et de l’Arc Alpin) nella figura del presidente Francis Buffille, la CITAM LPV (Commissione Interregionale Tutela Ambiente Montano) con la presidente Maria Grazia Gavazza, oggi da me rappresentata, la TAM gruppo gite del CAI UGET e CAI Sezione di Torino, l’assessore alla cultura di Bardonecchia Maria Teresa Vivino, Ilaria Salotti per “Scuola per Via”.
Sono state sottolineate le presenze del CAI locale con il reggente Enrico Sada e Andrea Tonoli, il FAI Delegazione Valle di Susa col vice capo delegazione Andrea Bonelli e la delegata per la scuola Chiara Oliva, Bruno Castelli (ecovolontario che sta organizzando “Presepi nel bosco”, una sorpresa natalizia con materiali di recupero). A seguire sono intervenuti il già citato Enrico Scagliotti e Manlio Vineis, rappresentante del CAI Intersezionale Val Susa e Val Sangone.
In chiusura è intervenuto il compagno di scalate di Gian Carlo Grassi Bruno Gallino che, con la commozione dei presenti, ha ancora di più evidenziato l’estrema bravura del compianto amico. Poi, con le prime ombre del tardo pomeriggio, quando la temperatura è scesa bruscamente, quasi a ricordarci l’imminente inverno, silenziosamente come siamo arrivati, in molti con il loro fedele amico a quattro zampe, abbiamo lasciato questo angolo di paradiso dove è più facile sognare, per fare ritorno alle rispettive abitazioni, transitando presso la roccia “montonata” di Pera Piana con un inevitabile sguardo a bellissimi scorci aviglianesi: dai ruderi del Castello sul Monte Pezzulano alla Chiesa di San Pietro, con sullo sfondo la collina morenica che culmina col Moncuni, e ai laghi.
Avigliana è proprio la città medioevale dal cuore verde!