Ornnella Canesso, Piero Ferraris, Mauro Fioravanti, Paolo Momigliano Levi, Fabio Protasoni, Guido Piovano, Giacinta Prisant, Elio Riccarand, Dina Squarzino, Eugenio Torrione, Ugo Venturella, Ilio Viberti, Cleta Yeuillaz sono i firmatari di un manifesto con il quale chiedono ai Consiglieri regionali una "intesa istituzionale".
Nella premessa sottolineano che la Valle d'Aosta sta attraversando una grave crisi politica che è anche una grave crisi di tenuta del nostro sistema democratico.
Di più, "Le indagini Geenna e Egomnia hanno evidenziato la presenza, attiva ormai da molti anni, di cosche mafiose operanti in Valle d'Aosta che agiscono per infiltrarsi in importanti luoghi decisionali in modo da ricavarne vantaggi illeciti per i loro sodalizi. Dalle carte emerge che esponenti politici di vari raggruppamenti si sono rivelati disponibili a contatti e comportamenti inquietanti e pericolosi che la magistratura sta vagliando. Una vicenda che ha avuto un impatto enorme e che impone alla politica valdostana una capacità di reazione forte, assumendo provvedimenti e ricercando strumenti adeguati per contrastare il fenomeno".
Gli accadimenti di questi ultimi mesi caratterizzati dalle dimissioni del Presidente della regione e altre figure di primo piano della vita politica e amministrativa "sollecitano la necessità del ricorso ad un voto anticipato rispetto alla scadenza elettorale naturale. È una esigenza improrogabile che deve rispondere alla diffusa domanda di rinnovamento".
Nel manifesto si legge ancora: "Quanto accaduto in questi ultimi mesi si accompagna però ad una lunga stagione di instabilità politica che mina la forza e la coerenza di una azione di governo necessaria e indispensabile ad assicurare all’intera comunità regionale le condizioni di coraggiose e lungimiranti politiche per lo sviluppo economico, culturale e territoriale".
Per queste ragioni, secondo i firmatari, "Il ricorso alle urne, non può quindi avvenire in un modo affrettato sulla base delle vecchie regole elettorali che hanno dimostrato di non garantire la necessaria stabilità politica. Si tratta di una motivata preoccupazione in una Regione che ha bruciato ben otto maggioranze e altrettante Giunte regionali in sei anni e mezzo.
A pagare il prezzo più alto di questa situazione di precarietà è il mondo del lavoro, la scuola, la sanità, l’assistenza agli anziani, il terzo settore, ovvero la parte più esposta della nostra società verso la quale invece dovrebbe essere più alto il nostro senso di responsabilità".
Propongono quindi di "scrivere una pagina nuova della vita politica valdostana. Occorre farlo rapidamente, in modo da andare a votare nel prossimo autunno garantendo una maggiore stabilità di governo e creando anche le condizioni per una nuova fase di equilibrato sviluppo della Valle d'Aosta. E' un compito che il Consiglio Regionale deve assumere con alto senso di responsabilità accantonando per alcuni mesi contrapposizioni e divisioni e ricercando, con spirito costituente, una larga e trasversale intesa per una breve e incisiva stagione di riforma istituzionale".
Si appellanno, dunque, al Consiglio Regionale "nell’interesse dell’intera comunità regionale di: Approvare la riforma della forma di governo. Su questo tema la Prima Commissione consiliare ha già fatto una istruttoria approfondita. Sono necessarie alcune ulteriori riflessioni, ma è ora possibile arrivare celermente all'approvazione di una legge che consenta governi di legislatura, impedisca ribaltoni, accordi sottobanco, avvilenti cambi di casacca e dia la possibilità agli elettori non solo di scegliere una lista, ma anche di decidere la maggioranza e possibilmente i vertici del governo regionale. Sappiamo - si legge nel manifesto che esistono posizioni diverse e allora l'invito pressante è di ricercare e trovare entro il prossimo mese di marzo una sintesi condivisa. Data l'importanza della materia è comunque bene che sia l'intero corpo elettorale ad esprimersi tramite un referendum popolare da svolgersi in primavera".










