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CRONACA | 14 luglio 2017, 11:29

Ferì gravemente marito a colpi d'ascia, tornerà a casa per impossibilità pagare retta clinica

Ferì gravemente marito a colpi d'ascia, tornerà a casa per impossibilità pagare retta clinica

Potrebbe tornare nella sua casa a Saint-Christophe una donna di 66 anni di cui gli ultimi 19 trascorsi tra ospedali psichiatrici e comunità socio assistenziali. Un'eventualità che, come riporta un articolo de La Stampa, preoccupa molto il marito e la loro figlia. Una sera del 1998 la donna, colta da raptus, assalì il marito armata di ascia e di coltello, colpendolo in testa e sulla schiena.

La figlia non era in casa, il marito si salvò perchè, nonostante le profonde ferite, riuscì a uscire in giardino e chiedere aiuto ai vicini. Alcuni mesi dopo l'arresto i medici attestarono la grave malattia psichiatrica della donna che da allora è stata sempre assistita professionalmente in strutture adeguate e costose.

Ma ora la famiglia, vittima della crisi che ha investito tante piccole aziende commerciali locali, non riesce più a pagare la retta mensile di 2.000 euro alla Casa di cura per malattie mentali di dove la paziente è ricoverata. La commissione sanitaria che un anno fa ha svolto l'ultima valutazione psichica ha dichiarato la donna non più socialmente pericolosa. Un attestazione che stravolge il suo stato di 'paziente coatta' e che consentirebbe alla Direzione della comunità di reinserirla nella società, cominciando proprio dalla sua famiglia.

Negli anni la prima diagnosi di 'anaffettività' della donna è stata più volte messa in discussione: secondo alcuni medici la donna non prova affetto per i familiari, non reagisce a stimoli emozionali e sentimentali positivi e anzi, in almeno un'occasione, ha dimostrato ancora molta aggressività, come quando un infermiere le rifiutò un pacchetto di sigarette e lei lo ricoprì d'insulti e minacce.

Se certificato da un'apposita commissione, lo stato di 'anaffettività' renderebbe impossibile il reintegro in famiglia della donna, costringendo per contro gli enti pubblici a occuparsi della paziente. Al momento la situazione è 'sospesa': da un lato la famiglia lotta per far riconoscere lo stato di 'anaffettività' ed evitare così il rientro fra le mura domestiche, dall'altro la Direzione della Casa di cura preme per farsi pagare tre rate arretrate. Sanata la morosità, la struttura potrebbe continuare a gestire la paziente, che attualmente percepisce una pensione Inps di 800 euro insufficiente al mantenimento in Comunità.

red. cro.

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