Conferenza capigruppo agitata, l'ultima in ordine di tempo al Comune di Aosta, con l'Uv nuovamente schierata a fianco dell'opposizione. Oggetto della diatriba, manco a dirlo, la revoca del bando anziani.
Appreso della decisione dei dirigenti municipali di non revocare il bando nonostante lo preveda una delibera, venerdì scorso i capigruppo delle opposizioni hanno presentato due nuove mozioni per l'Assemblea di domani, mercoledì 14.
La delibera prevede l'annullamento del bando perchè troppo oneroso per le cooperative sociali valdostane e invita la Giunta a riproporre un nuovo bando al quale possano partecipare le realtà locali.
I gruppi Alpe, M5S, Lega Nord, L'Altra VdA e Gruppo misto chiedono la revoca del bando principalmente perchè "la rilevanza economica delle società partecipanti, ovvero un fatturato annuo di almeno 15 milioni di euro, risulta preminente rispetto alla progettualità e alla qualità del servizio erogato”.
Inoltre, per i paventati rischi di licenziamento del personale attualmente impiegato dalle cooperative valdostane che svolgono il servizio, la minoranza ritiene che sussistano “adeguate motivazioni di interesse pubblico idonee a revocare il bando servizio anziani, e ad aprire un tavolo di concertazione” con i responsabili delle cooperative e con i sindacati.
Il Presidente del Consiglio comunale, Michele Monteleone (PDSVdA) come prevede il regolamento non ha iscritto tout court le nuove mozioni ma ha convocato una nuova conferenza dei capigruppo per domattina, poco prima dell'inizio dei lavori consiliari: "Devono essere i capigruppo a decidere l'iscrizione delle mozioni, non io", spiega Monteleone.
Nella riunione di ieri i capigruppo di maggioranza di Uv e Stella Alpina hanno ricordato al sindaco, Fulvio Centoz, che la delibera di revoca del bando è frutto di una mozione approvata dal Consiglio comunale e pertanto il respingimento dell'atto da parte dei dirigenti meriterebbe un confronto in aula.
Barricate del sindaco e del gruppo di maggioranza Pd, che regolamento alla mano hanno insistito per non accogliere le nuove mozioni della minoranza, sostenendo che il dibattito consiliare su determinazioni dei dirigenti non avrebbe alcun senso.