L’estate è ormai avviata e sembra che il 57% degli italiani prediliga le nostre spiagge. Nel frattempo i nostri operatori turistici e commerciali hanno dovuto affrontare i versamenti delle ritenute Iperf dei dipendenti e dei collaboratori, il versamento delle ritenute Iperf per i lavoratori autonomi, il saldo e l’acconto Iperf, l’Ires, l’addizionale Iperf, l’Irap, il Diritto annuale della Camera di Commercio, l’Iva, la rivalutazione delle imposte sostitutiva, la Tari, l’Imu e la Tasi: in sintesi, circa 55 miliardi di Euro senza contare il costo degli studi di settore prorogato al prossimo 7 luglio.
Questo menu viaggia in parallelo con le notizie sugli sprechi della politica, sulla corruzione divenuta un vero e proprio sistema, sui veti incrociati delle forze politiche alle prese con le riforme e sui voti espressi in commissione e nelle aule parlamentari per la modifica del titolo V° della Costituzione.
A questo proposito, pare che infrastrutture, commercio con l’estero, promozione turistica passino dalle Regioni allo Stato. Sarebbe una vera propria rivoluzione capace di proiettare nel mondo una immagine unitaria dell’Italia come prodotto turistico e culturale attraente e competitivo. Nell’attesa, pensando all’Expo 2015, al Mose ed al resto quotidiano di notizie infelici ricordiamo la terza filippica di Demostene pronunciata nel 341 a.C. ma sempre attuale e rivolta al popolo di Atene: “Ateniesi, c’era qualcosa nel modo di pensare della maggior parte della gente che adesso non esiste più… odio per chi prendeva denaro e voleva mandare in rovina la Grecia”.











