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CRONACA | 20 dicembre 2025, 19:18

Babbo Natale è arrivato in anticipo? A Chevril il ponte nuovo è finalmente realtà

Dopo sei anni di attese, soluzioni provvisorie e un’alluvione di mezzo, la Valle di Cogne ritrova il suo collegamento strategico. Inaugurato il nuovo ponte sulla S.R. 47 a Chevril: un’opera da 6,3 milioni di euro che chiude una ferita infrastrutturale e restituisce sicurezza, memoria storica e continuità a una delle valli simbolo della Valle d’Aosta.   Sommario Dopo sei anni di attese, soluzioni provvisorie e un’alluvione di mezzo, la Valle di Cogne ritrova il suo collegamento strategico. Inaugurato il nuovo ponte sulla S.R. 47 a Chevril: un’opera da 6,3 milioni di euro che chiude una ferita infrastrutturale e restituisce sicurezza, memoria storica e continuità a una delle valli simbolo della Valle d’Aosta.

Babbo Natale, quest’anno, non si è limitato a passare dai camini. È arrivato con largo anticipo lungo la S.R. 47 di Cogne e ha lasciato sotto l’albero un regalo che pesa parecchio: un ponte nuovo di zecca. Sabato 20 dicembre, nel pomeriggio, è stato inaugurato il nuovo ponte di Chevril, al km 8+585 della regionale, nel Comune di Aymavilles. Da oggi è ufficialmente aperto al traffico e manda finalmente in pensione una lunga stagione di precarietà.

Un’inaugurazione che chiude un capitolo iniziato nel dicembre 2018, quando sul vecchio ponte ad arco in cemento armato del 1959 emersero criticità strutturali tali da imporne la dismissione. Per evitare l’isolamento della valle di Cogne e delle frazioni alte di Aymavilles, si era ricorsi a una soluzione provvisoria: un ponte Bailey. Funzionale, certo, ma con la data di scadenza scritta in fronte.

Il nuovo ponte nasce invece con ambizioni diverse. Non solo reggere il traffico, ma farlo a lungo e in un contesto tutt’altro che semplice. Come ha ricordato il presidente della Regione Renzo Testolin, “l’opera si colloca in un sito di rilevante importanza dal punto di vista viabile, caratterizzato dalla presenza di versanti ravvicinati e particolarmente ripidi”, un’area che nel corso della storia ha visto susseguirsi “ben tre distinti sistemi di attraversamento del torrente Grand Eyvia”.

Una scelta tutt’altro che banale è stata quella di conservare una parte del passato: “del ponte del 1959 è stato previsto il mantenimento dell’arco in calcestruzzo armato, previo intervento di ripristino, quale elemento di memoria storica del manufatto”, ha sottolineato Testolin, rimarcando il valore simbolico di un collegamento “strategico e vitale per le comunità di Aymavilles e di Cogne”.

Il quadro economico dell’intervento parla di 6 milioni e 300 mila euro complessivi: 5,1 milioni finanziati dallo Stato tramite il Fondo per lo Sviluppo e la Coesione 2021–2027 e 1,2 milioni a carico del Bilancio regionale. Una cifra importante, ma difficile da contestare se si considera che questo ponte rappresenta l’unica via di accesso a una delle valli più note e frequentate della regione.

Su questo punto è stato netto l’assessore alle Opere pubbliche Davide Sapinet: “il ponte rappresenta l’unica via di accesso alla valle di Cogne e alle frazioni alte del Comune di Aymavilles, configurandosi quindi come un’opera strategica e di assoluta importanza per il mantenimento delle vie di comunicazione”. Da qui la scelta progettuale: “realizzare un nuovo ponte adeguato ai carichi attuali, anche eccezionali, garantendo al contempo la massima durabilità e un miglioramento del tracciato”.

Il cantiere non si è limitato alla sola struttura principale. Contestualmente sono stati eseguiti interventi sugli imbocchi, la posa di una barriera paramassi in sinistra orografica, la risoluzione delle interferenze con gli impianti esistenti e opere di protezione idraulica. Un lavoro a tutto campo, reso ancora più complesso dall’alluvione del giugno 2024.

Un evento che ha imposto la sospensione dei lavori durante l’estate per consentire il ripristino urgente della viabilità lungo la vallata, interrotta in più tratti. Anche a Chevril si è dovuti intervenire in somma urgenza per contrastare l’erosione del torrente e mettere in sicurezza le sponde. La classica variabile che, in montagna, non chiede permesso.

Da qui i ringraziamenti istituzionali, ma non rituali. “È doveroso ringraziare l’impresa, i progettisti, i tecnici e il personale delle strutture regionali coinvolte per l’impegno e la professionalità”, hanno sottolineato congiuntamente Testolin e Sapinet, riconoscendo un lavoro portato a termine in condizioni tutt’altro che semplici.

Il capitolo non è ancora del tutto chiuso. Nella primavera del 2026, compatibilmente con le condizioni climatiche, verranno completate le opere di dettaglio e di finitura, tra cui lo smontaggio del ponte provvisorio e la valorizzazione paesaggistica e architettonica degli elementi storici.

Nel frattempo, però, il regalo è arrivato. E questa volta non è simbolico: collega una valle intera, restituisce sicurezza e dimostra che, ogni tanto, anche le grandi opere pubbliche riescono a rispettare una promessa. Con qualche anno di ritardo, certo. Ma sotto Natale, si sa, siamo tutti un po’ più indulgenti.

pi.mi.

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