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FACEBOOK | 19 dicembre 2025, 05:46

Sciare da una vallata all’altra, senza ripetere la stessa pista

Un itinerario ad anello tra Frabosa, Prato Nevoso e Artesina trasforma lo sci alpino in una vera traversata, fatta di panorami che cambiano, impianti collegati e spirito d’avventura

Un punto della traversata

Un punto della traversata

Tornare a sciare, anche da “miracolati”, significa talvolta reinventare il modo di vivere la montagna. Per chi non può o non se la sente di affrontare lo sci-alpinismo, ma non vuole rinunciare al gusto dell’esplorazione, esiste un’alternativa affascinante: attraversare più vallate con gli sci ai piedi, sfruttando gli impianti, senza mai ripetere la stessa discesa.

È una sorta di trekking invernale su piste battute, dove l’obiettivo non è la performance ma il viaggio. Si parte da Frabosa Soprana, risalendo con la storica seggiovia rimessa a nuovo fino al Monte Moro, e da lì si scende verso Frabosa Nuova. Una sequenza di impianti consente poi di raggiungere Prato Nevoso, aprendo la strada a una lunga traversata che tocca Artesina e il massiccio del Mondolè.

Le vallate

Le discese si alternano a risalite, con piste ampie, panoramiche e mai banali, come la “Turra–Ellero”, fino a raggiungere il fondovalle di Rastello, punto più estremo dell’itinerario. Da qui il percorso si chiude ad anello, tornando sui propri passi ma lungo tracciati diversi, tra piste blu e nere che valorizzano il piacere della sciata continua.

Il rientro verso Prato Nevoso e infine a Frabosa Soprana avviene sempre con gli sci ai piedi, senza mai togliere gli scarponi, in un susseguirsi di paesaggi che cambiano a ogni discesa. In totale, circa sei ore di sci no stop, senza la sensazione di ripetizione tipica delle giornate “in stazione”.

Sulla via del ritorno

È uno sci diverso, meno frenetico e più narrativo, che invita a guardarsi attorno e a lasciarsi guidare dal territorio. Perché, a volte, la vera vetta non è un punto sulla cartina, ma il percorso che unisce vallate, emozioni e memoria.

Red/Lodovico Marchisio - foto di Giampiero Salomone

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