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ISTRUZIONE E FORMAZIONE | 21 settembre 2025, 12:00

La politica spiegata ai ragazzi

Alla Facoltà Teologica di Torino il lancio delle “Piccole Officine Politiche”, laboratori di educazione civica e democrazia per studenti tra i 12 e i 18 anni. Un progetto che avvicina le nuove generazioni al significato della cittadinanza attiva. Una iniziativa che potrebbe e dovrebbe essere ripetuta nella nostra Petite Patrie

La politica spiegata ai ragazzi

Come un seme gettato nella terra, che richiede cura e pazienza per germogliare, così la formazione politica dei più giovani ha bisogno di tempo, linguaggi adeguati e spazi in cui far crescere coscienza critica e senso di responsabilità. È con questa immagine che si comprende il valore del progetto “Piccole Officine Politiche”, presentato martedì 23 settembre alla Facoltà Teologica di Torino.

Si tratta di un percorso promosso dalla Pastorale Sociale e del Lavoro dell’Arcidiocesi di Torino con il sostegno della Fondazione CRT, che si rivolge a ragazze e ragazzi dai 12 ai 18 anni, studenti delle scuole medie, superiori e della formazione professionale. L’obiettivo è semplice ma ambizioso: spiegare la politica ai giovani, farne intravedere le radici democratiche, aiutarli a leggere le istituzioni e a riconoscere i valori del dialogo e della partecipazione.

Alla conferenza stampa saranno presenti figure autorevoli come Alessandro Svaluto Ferro, direttore dell’Area Carità e Azione Sociale dell’Arcidiocesi di Torino, Giampiero Leo per la Fondazione CRT e Sebastiano Nerozzi, segretario del Comitato delle Settimane Sociali dei Cattolici. Interventi che metterannoin in luce non solo l’urgenza di riportare i giovani al centro del discorso politico, ma anche la creatività degli strumenti: app e giochi di cooperazione, simulazioni di consigli comunali, incontri con testimoni del passato e del presente, laboratori sui media e ricerche di territorio.

Non a caso, mons. Alessandro Giraudo rimarcherà l’importanza di parlare la lingua delle nuove generazioni, senza pensare che la distanza dai partiti equivalga a indifferenza. Anzi, quando messi nelle condizioni giuste, i ragazzi mostrano curiosità e capacità di impegno. E se il progetto nasce a Torino, è naturale chiedersi: perché non immaginare qualcosa di simile anche in Valle d’Aosta? Le scuole valdostane, già laboratorio di bilinguismo e identità, potrebbero diventare terreno fertile per percorsi di educazione civica che avvicinino i giovani al governo della cosa pubblica, aiutandoli a comprendere meglio il valore della democrazia regionale e il senso stesso dell’autonomia.

Alla presentazione non mancheranno contributi dal mondo accademico e scolastico, come quelli del professor Luca Imperatore, di una studentessa testimone del percorso e della docente universitaria Norma De Piccoli, a conferma del respiro corale di un’iniziativa che mette in dialogo Chiesa, scuola e società civile.

Un seme sarà dunque piantato: la politica spiegata ai ragazzi non è più soltanto un auspicio, ma un’esperienza concreta che potrà generare frutti. Et pour une démocratie vivante, il faut commencer par écouter la voix des jeunes.

pi.mi.

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