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ECONOMIA | 18 settembre 2025, 11:24

Autunno caro e amaro: 416 euro in più per ogni famiglia italiana

Il governo Meloni riporta gli italiani con i piedi per terra: dopo le cartoline estive, arrivano i conti da pagare. Bollette, scuola, alimentari e trasporti: l’autunno 2025 sarà un colpo secco ai bilanci domestici

Sarà un altro autunno di lacrime e sangue

Sarà un altro autunno di lacrime e sangue

Le vacanze sono finite, gli ombrelloni chiusi, ma la realtà non ha atteso. Al rientro, gli italiani trovano ad accoglierli non la carezza dell’autunno, ma il morso di una nuova stangata: 416 euro in più per famiglia, una somma che pesa come un macigno sui portafogli già alleggeriti dall’inflazione. Non è un refuso, non è un errore di calcolo: sono le stime puntuali del Codacons, che mette nero su bianco la fotografia di un Paese spremuto tra necessità quotidiane e politiche incapaci di proteggere chi lavora e chi fatica ad arrivare a fine mese.

Il governo Meloni ha confezionato un rientro amaro, nel silenzio assordante di chi dovrebbe governare l’emergenza e invece sembra limitarsi ad amministrare l’inevitabile. La scuola, primo banco di prova, costa 50 euro in più a famiglia: libri di testo con un +3,8% e materiali scolastici a +5%. Nonostante i proclami sulla digitalizzazione, i ragazzi restano legati ai manuali cartacei, e le famiglie pagano senza fiatare. È il ritorno alla normalità italiana: la promessa della modernità, ma con il conto salato alla cassa.

Ma non è che l’inizio. Le bollette energetiche bruceranno circa 170 euro in più entro fine anno. La luce e il gas, motori indispensabili di una casa, diventano un lusso che consuma ansie e risparmi. Come se non bastasse, la spesa alimentare presenta un ulteriore balzo: 130 euro in più, soprattutto sui beni di prima necessità. Non c’è dieta mediterranea che tenga: frutta, pane, latte, carne, tutto rincara. Il carrello settimanale diventa un campo di battaglia, e le famiglie arretrano, rinunciando al superfluo e talvolta anche all’essenziale.

Ai rincari si aggiungono i trasporti, che gonfiano il conto di altri 66 euro. Carburanti, abbonamenti ai mezzi pubblici, spostamenti quotidiani: l’energia che alimenta il Paese si trasforma in una tassa occulta, una zavorra inesorabile per chi deve andare a scuola, al lavoro, a fare la spesa. E così, sommando voce dopo voce, il totale diventa un incubo contabile: 416 euro. Non un numero, ma un simbolo di un’Italia che arretra, di una classe media che sprofonda, di un futuro che sfuma.

Non è solo questione di bilanci: è un tema politico, sociale, morale. Il costo della vita cresce, la qualità della vita crolla. Aumenti e stangate hanno un effetto corrosivo: logorano la fiducia, alimentano la rabbia, mettono in discussione la tenuta stessa delle famiglie italiane. E mentre le associazioni dei consumatori lanciano l’allarme, il governo replica con rassicurazioni di cartone, slogan vuoti, promesse di interventi che tardano sempre ad arrivare.

Il rischio è chiaro: un autunno non solo più caro, ma anche più cupo, in cui il malcontento popolare diventa la vera emergenza nazionale. Perché una famiglia che non riesce a pagare le bollette o a riempire il frigorifero non è soltanto una statistica: è una bomba sociale pronta a esplodere.

La ripresa che il governo Meloni sbandiera a ogni microfono si rivela per ciò che è: un’illusione contabile. L’autunno 2025 non annuncia crescita, ma il declino silenzioso di un Paese dove le famiglie pagano e la politica si assolve.

pi.mi.

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