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ATTUALITÀ | 27 agosto 2025, 23:46

Velina Rossonera e Arcobaleno

Cronache semiserie da Palazzo regionale e non solo: indiscrezioni, frecciate e silenzi dal teatrino politico valdostano e non solo

Velina Rossonera e Arcobaleno

Le Betoneghe hanno scoperto il loro rifugio segreto. Altro che bunker, altro che terrazze panoramiche: il vero punto d’osservazione strategico è alla Cave, in rue De Tillier. Lì, tra un calice e una battuta, si vede tutto e non si paga nemmeno il biglietto per lo spettacolo del viavai politico-civile. Una sorta di balconata invisibile sulla città, dove finalmente le Betoneghe trovano pace, ma soprattutto trovano materiale: e da lì non scappa nessuno, nemmeno le anime più discrete che pensano di mimetizzarsi dietro un aperitivo.

E ora, cari lettori insonni, ecco a voi il racconto thriller che sta turbando i sogni dei candidati. Una volta c’era un comitato elettorale che si riuniva in gran segreto: si erano convinti che per vincere bastasse non farsi vedere, una strategia così brillante che perfino le loro madri iniziarono a pensare che fossero stati rapiti dagli alieni. Poi arrivò la tipografia, che sbagliò il colore dei manifesti: anziché seriosi e credibili, sembravano volantini di un luna park. I volontari, pagati in pizzette e sorrisi, si persero tra le vie del centro, distribuendo santini elettorali ai turisti tedeschi convinti fosse una nuova app per prenotare lo skilift. Intanto, in un’altra sala segreta, si discuteva di programmi elettorali con la stessa passione con cui si legge un manuale di caldaie: qualcuno propose il tema “giovani e futuro”, ma fu respinto perché troppo rischioso; meglio puntare sulla manutenzione delle panchine, che almeno non protestano.

Il thriller si fa incubo quando il giorno del voto, all’apertura dei seggi, le schede iniziano a sparire come brioche al mercato: non era broglio, era solo che le matite copiative si erano sciolte con il caldo. Alla fine, dopo ore di spoglio, i candidati si ritrovarono tutti ex aequo con un voto ciascuno: quello della mamma. Il resto degli elettori, evidentemente, aveva preferito Netflix.

E così l’incubo resta: campagne fatte di riunioni segrete che segrete non sono, manifesti che ridono di chi li affigge e programmi che si perdono in bozze scritte col pennarello sbiadito. Un thriller elettorale che non fa morire, ma fa ridere. E preoccupare.

Firmato Le Sentinelle del Tombino – alias Le Betoneghe

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