Pare che le Betoneghe abbiano finalmente trovato la loro Mecca: non serve un campanile, basta una bottiglia. In rue De Tillier, alla Cave, hanno scovato il punto di osservazione strategico da cui monitorare il mondo politico e umano valdostano. Il bello è che lì, tra un calice e l’altro, l’invettiva acquista poesia e la maldicenza diventa filosofia da bancone.
Intanto, a quote ben più alte, il Cervino si veste di futuro: “Cervino The One” non è uno slogan da energy drink ma il progetto faraonico che ridisegnerà Breuil-Cervinia, con funivie nuove di zecca e 200 milioni di euro pronti a scorrere come neve finta sulle piste. Opera epocale, dicono. E noi, con lo sguardo al portafoglio e la mano sul cuore, ci chiediamo: sarà più difficile scendere dal Plateau Rosa o salire sui conti pubblici?
Il 23 agosto invece, davanti al tribunale, i primi della classe non erano studenti ansiosi ma militanti dell’Avs: picchetto all’alba per depositare la lista elettorale, roba che nemmeno al Black Friday di Amazon. Mentre gli altri ancora dormivano, loro già si accaparravano la fila, perché la politica, in Valle, passa anche da lì: dalle levatacce e dalle firme fatte con la biro che grida rivoluzione.
Questa, però, la facciamo seria: la ragazza scomparsa è stata ritrovata dai vigili del fuoco di Aosta, in fondo a una scarpata, grazie a “Teo”, il cane da ricerca persone. Era vigile, con parametri vitali buoni, ed è stata portata all’ospedale Parini in ambulanza. Apparentemente non presenta segni di violenza, ma saranno gli accertamenti a chiarirlo. Un sospiro di sollievo che merita di interrompere per un attimo anche la malizia delle Betoneghe.
E mentre i politici sgomitano, i parroci spariscono. No, non per scandali da cronaca nera, ma per pura carenza di vocazioni. In Valle ormai ci sono più sindaci che preti: abbiamo campanili senza preti ma non paesi senza sindaci. E così ogni borgo ha il suo primo cittadino, con gettone e indennità annessi, mentre le parrocchie si svuotano e i fedeli devono fare chilometri per una messa. Se c’è un cambio di rotta urgente e auspicabile, è proprio questo: meno sindaci, più parroci. O almeno qualche fusione di comuni, così da alleggerire il menù di indennità che pesa sulle casse come una fonduta di fontina mal digerita. Ma tanto, si sa, tagliare i comuni è più difficile che tagliare il grasso dal lardo d’Arnad.











