Valle d’Aosta Aperta, unica coalizione di forze della sinistra in corsa alle prossime elezioni comunali di Aosta, scende ufficialmente in campo con un programma elaborato insieme ai cittadini, con l’obiettivo dichiarato di proporre un’alternativa autentica alle destre e agli autonomisti conservatori. Una scelta motivata dalla convinzione che il capoluogo meriti un governo capace di guardare oltre l’ordinaria gestione e di costruire una città più giusta e solidale.
Il progetto, spiegano i promotori, nasce anche come risposta alla chiusura mostrata dall’Union Valdôtaine e dal centro autonomista, che hanno respinto ogni possibilità di confronto preventivo sui programmi e, solo in seguito, sulle candidature, per costruire una coalizione progressista per Aosta. “Il Partito Democratico di fatto non esiste – afferma la coalizione – completamente appiattito sulla linea poltronista dei suoi consiglieri regionali”.
L’attesa di un segnale è durata fino all’ultimo, ma il confronto sui contenuti non è mai partito. Nel mirino anche Alleanza Verdi e Sinistra, accusata di utilizzare la competizione comunale come passerella elettorale per le regionali, candidando ai vertici della lista gli stessi nomi già in corsa per il Consiglio Valle: “Un segnale di debolezza e una mancanza di rispetto per la cittadinanza”.
Secondo Valle d’Aosta Aperta, lo scenario è aperto: “Nessuno potrà vincere al primo turno”. La proposta messa in campo è quella di una città autonoma dal palazzo regionale, capace di garantire il diritto all’abitare e contrastare la speculazione edilizia, di investire in sicurezza urbana e in un lavoro dignitoso e sicuro, e di difendere l’ambiente. Una città che sappia accogliere turisti e ospiti senza dimenticare che il suo cuore sono le aostane e gli aostani.
La rottura con le altre forze autonomiste e progressiste viene attribuita a tre fattori: la debolezza del PD, l’arroganza dell’Union e l’ambiguità di AVS. “Avremmo preferito discutere di contenuti – ribadisce la coalizione – ma non ci è stato consentito”.










