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Consiglio Valle Comuni | 04 agosto 2025, 08:00

Dal Gargantua al Regionale – Intervista a Michel Martinet, il Sindaco che non pensa alla pensione

Dopo quindici anni alla guida di Gressan, Michel Martinet saluta la fascia tricolore ma non quella politica. Forte di un’esperienza costruita sul campo, tra scuole ristrutturate, turismo in quota, piani regolatori e microcomunità, Martinet si prepara a un nuovo viaggio: quello verso le elezioni regionali. Lo abbiamo intervistato all’indomani del suo discorso di commiato. E tra bilanci, aneddoti e affetti familiari, ci ha raccontato perché non ha alcuna intenzione di ritirarsi (politicamente)

Fine legislatura

Fine legislatura

Un abbraccio lungo quindici anni. Michel Martinet lascia la carica di sindaco di Gressan con un bilancio che parla da solo: tutte – e ripetiamo tutte – le deliberazioni consiliari approvate all’unanimità, due scuole completamente ristrutturate, una “Placetta” rifatta, una Maison Gargantua diventata cuore culturale, un piano regolatore moderno ma rispettoso del paesaggio, e una stazione turistica, Pila, costantemente al centro della visione amministrativa. Ma il congedo non è un addio alla politica. Piuttosto, è l’inizio di un nuovo capitolo: “Mi sono messo a disposizione per le elezioni regionali”, ha detto. Con una visione lucida e il passo sicuro di chi ha visto crescere una comunità e ora punta a contribuire alla crescita di un’intera Regione. Lo abbiamo incontrato tra scatoloni da svuotare e vecchi verbali da archiviare.

Michel, quindici anni da sindaco non sono una passeggiata. Se Gressan fosse un libro, che titolo avrebbe oggi?
"Direi 'Cronache di una comunità coesa'. Perché in un mondo che va spesso per conto suo, noi siamo riusciti a fare squadra. Senza clamori, ma con coerenza e concretezza. E con un consiglio comunale che ha sempre scelto di approvare le cose insieme, anche quando si partiva da posizioni diverse. Un piccolo miracolo valdostano."

Nel tuo discorso di commiato hai sottolineato l’unanimità delle delibere. Hai scoperto il segreto della pace politica?
"Nessun segreto. Solo tanto lavoro, ascolto e trasparenza. Ho sempre detto la verità, anche quando era scomoda. E ho cercato di coinvolgere tutti: assessori, consiglieri, dipendenti. Se c’è condivisione, il conflitto si disinnesca prima ancora di esplodere."

Nel frattempo Gressan è cambiata: due scuole ristrutturate, un cimitero riqualificato, un centro culturale attivo, investimenti nelle energie rinnovabili…
"Sì, e non dimentichiamo il piano regolatore, pensato non solo per lo sviluppo ma anche per la tutela del territorio. Abbiamo puntato molto su Pila, senza stravolgerla, ma rendendola più accessibile e attrattiva. E poi l’agricoltura: abbiamo sostenuto le aziende locali, i prati, i frutteti. Gressan è cresciuta, ma senza perdere il senso di comunità."

Maison Gargantua trasformata in centro culturale: non ti viene voglia di farci anche un comitato elettorale?
"Ahah! È uno spazio di tutti, non lo politicizzerò mai. Ma ammetto che vedere quella struttura rivivere, accogliere eventi, mostre, incontri… è una delle cose che mi rende più orgoglioso."

Ora però saluti la fascia ma non la politica. Non ti bastava andare in pensione con qualche escursione a Pila?
"Onestamente no. Ho dato la mia disponibilità a candidarmi alle regionali perché credo che l’esperienza conti. In questi anni ho toccato con mano tutti i temi chiave: turismo, scuola, assistenza agli anziani, gestione dei rifiuti, urbanistica. E non solo come sindaco, ma anche come presidente dell’Unité e coordinatore dei presidenti. Insomma, ho imparato tanto. E voglio continuare a metterlo a disposizione."

In tutto questo, la tua famiglia che dice? Non ne può più di avere un sindaco in casa?
"Loro sono stati i miei primi sostenitori… e i miei primi critici! Mia moglie e i miei figli hanno sopportato orari assurdi, telefonate a tutte le ore, riunioni serali. Ho tolto tanto tempo alla vita privata, e lo so bene. Ma non mi hanno mai fatto mancare il sostegno. Se oggi posso dire di aver fatto bene il sindaco, lo devo anche a loro."

Da sindaco a consigliere regionale: cambiano le montagne o anche le scarpe?
"Cambiano i dislivelli, diciamo. In Regione ti chiedono visione, non solo gestione. Ma le scarpe restano quelle da lavoro. Io non sono uno da palazzo, sono uno che parte dai problemi per cercare soluzioni. Magari con un po’ più di voce, se ci sarà l’occasione."

Tre cose che ti porti da Gressan nella nuova sfida regionale (se arriverà)?

"La concretezza, il rispetto per le istituzioni e la capacità di mediazione. E magari un po’ di quella pazienza che ti serve quando c’è da mediare tra chi vuole costruire e chi vuole solo protestare."

E se invece alle regionali non dovesse andare come speri?
"Nessun dramma. Resto un cittadino attivo, e ho ancora tante passioni. Mi vedrete comunque impegnato, magari in ambito culturale o sociale. La politica si può fare anche fuori dalle istituzioni, basta non stare fermi a guardare."

Ultima domanda: ti sei più commosso al primo consiglio comunale da sindaco o all’ultimo da ex?
"All’ultimo, senza dubbio. Al primo avevo l’adrenalina, l’entusiasmo. All’ultimo ho avuto la consapevolezza di ciò che ho dato e ricevuto. Non è stato un ruolo, è stato un pezzo di vita. Ma è stato fatto con il cuore. E quando si fa con il cuore, si lascia con il sorriso."

Quindici anni da sindaco non si improvvisano. E nemmeno si dimenticano. Michel Martinet ha lasciato la fascia tricolore, ma si è tenuto ben stretta quella voglia di fare politica partendo dalle cose concrete. Come un maratoneta che cambia percorso ma non rallenta, ha scelto di mettersi in gioco per le regionali. Con un programma che non ha ancora il sigillo dei partiti, ma ha già quello dell’esperienza. Che, in politica, vale più di mille promesse.

Merci

piero.minuzzo@gmail.com

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