La truffa è come una recita crudele, dove il copione è studiato nei minimi dettagli e il palco è la nostra vita quotidiana. In Valle d’Aosta, come in molte altre realtà italiane, la cronaca ci restituisce uno scenario sempre più preoccupante: quello delle truffe, soprattutto ai danni di persone anziane, che crescono con modalità sempre più sofisticate e inquietanti.
I criminali si presentano con volti gentili, voci rassicuranti, divise che sembrano vere. Recitano emergenze credibili, recitano ruoli da salvatori, e riescono a manipolare emozioni e paure per ottenere quello che vogliono: denaro, gioielli, informazioni. Negli ultimi mesi, la Questura di Aosta ha registrato un aumento significativo di questi raggiri, alcuni dei quali con esiti devastanti per le vittime.
Tra i casi più ricorrenti, la truffa del finto carabiniere o poliziotto: si riceve una telefonata che annuncia un incidente gravissimo con un parente coinvolto, arrestato o in pericolo. Il truffatore, giocando sulla confusione emotiva, chiede con urgenza una “cauzione” in contanti o in oggetti di valore. E in tanti, purtroppo, ci cascano.
Un’altra tecnica molto usata è la truffa del falso tecnico: uomini o donne che si presentano a casa spacciandosi per dipendenti del gas, della banca, dell’INPS. Con racconti apparentemente plausibili entrano nell’abitazione, individuano dove si tengono soldi o oggetti di valore, e li portano via con destrezza.
In alcuni casi, si è arrivati persino a far eseguire bonifici da decine di migliaia di euro, facendo credere che solo così si sarebbe potuta fermare una truffa informatica in corso. E le vittime, anche giovani, hanno ceduto, senza sapere che la truffa era proprio quella che stavano cercando di “bloccare”.
Nemmeno la strada è sicura: si moltiplicano i casi di raggiri in movimento, dove il truffatore crea appositamente una situazione di disagio — sporca un abito, fora un pneumatico — per poi offrire aiuto e colpire quando la persona è più vulnerabile. In altri casi, sfrutta la distrazione momentanea, come le mani occupate da un bambino o dalla spesa.
Le regole d’oro per difendersi suggerite dalla Questura di Aosta
Di fronte a tutto questo, è fondamentale non abbassare mai la guardia. Ecco alcuni consigli fondamentali:
Nessun carabiniere, poliziotto o tecnico serio vi chiederà denaro o preziosi, né di comunicare il PIN del bancomat.
Non aprite agli sconosciuti, anche se ben vestiti o con tesserini: chiamate sempre il numero 112 per verificare.
Non fornite dati personali o bancari via telefono o online.
Non cliccate su link sospetti o sconosciuti. Per gli acquisti online, meglio usare carte prepagate e siti verificati.
Non rispondete con nomi a chi vi chiede “indovina chi sono”: spesso si cerca di carpire il nome di un familiare per impersonarlo e truffarvi.
Cosa fare in caso di dubbio o se si è già vittima
In caso di sospetto, non restate soli. Chiamate il Numero Unico di Emergenza 112: vi risponderà sempre un operatore qualificato in grado di aiutarvi e, se necessario, di inviare una pattuglia. Se vi accorgete di essere stati raggirati, non abbiate vergogna: denunciate subito quanto accaduto. È l’unico modo per interrompere queste catene di crimini e proteggere anche altri.
La truffa non è mai colpa della vittima, ma può essere fermata solo con la prevenzione, l’informazione e il coraggio di parlarne. Perché la fiducia è un bene prezioso — e proprio per questo, va difesa con attenzione.












