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CRONACA | 11 luglio 2025, 11:35

Poltrone per tutti, tranne per chi sta male

Al centro trasfusionale si sprofonda nel comfort, ma al DH oncologico si resta dritti come soldatini

Poltrone per tutti, tranne per chi sta male

L’umanità ha fatto passi da gigante: ha mandato sonde su Marte, ha costruito ponti tra le montagne, ha perfino inventato il cuscino memory foam. Eppure, nella civilissima Valle d’Aosta, c’è ancora un luogo dove la comodità resta un miraggio: il Day Hospital oncologico dell’ospedale Parini.

Mentre al centro trasfusionale – dove si va a donare il sangue con spirito civico e cuore generoso – i pazienti sprofondano in poltrone da salotto, al DH oncologico si resiste. Seduti su sedie di ferro. Fredde. Dure. Inesorabili come certe trafile burocratiche. E non è una battuta: chi aspetta una visita o una terapia deve restare composto e composto resta, anche per ore, con la schiena dritta e il fondoschiena in rivolta.

Perché chi dona ha diritto al comfort, mentre chi combatte una malattia viene lasciato a fare yoga passivo su arredi da sala d’attesa anni Ottanta? È una questione di budget? Di priorità? Di svista progettuale? O, semplicemente, di umana distrazione?

Il sospetto che aleggia – sempre con la giusta dose di ironia – è che, nella foga di rendere accoglienti certi reparti, qualcuno si sia dimenticato di altri. Magari proprio quelli dove l’accoglienza non è un vezzo, ma un aiuto silenzioso a chi sta vivendo giornate non proprio facili.

Intendiamoci: nessuno contesta il diritto dei donatori a un’accoglienza degna. Ma, in fondo, non sarebbe poi così rivoluzionario offrire un po’ di quella stessa gentilezza anche a chi è lì per ricevere – non sangue, ma cure – e ha già sulle spalle un bel carico di pensieri.

Forse basterebbe poco. Una poltrona. Un cuscino. Un gesto. O anche solo una riflessione, in alto loco, su quanto anche i dettagli, a volte, facciano la differenza tra un’attesa e una tortura.

In attesa che qualcuno se ne accorga, i pazienti del DH continuano a sedersi. E a stringere i denti. Ma non il cuore.

mi/red

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