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Governo Valdostano | 20 maggio 2025, 15:51

Testolin contro l’impugnativa del governo: «Attacco alla nostra autonomia»

Il Presidente della Regione Valle d’Aosta, Renzo Testolin, critica la scelta del Consiglio dei Ministri di impugnare alcuni articoli della legge regionale sull’election day. Secondo Testolin, il Governo nazionale ignora le competenze statutarie della Regione in materia di enti locali e agisce senza dialogo, segnando un pericoloso passo verso l’omologazione delle Regioni speciali a quelle ordinarie. Nessun impatto sul voto autunnale, ma piena determinazione a difendere le prerogative valdostane davanti alla Consulta

Renzo Testolin

Renzo Testolin

In merito all'impugnativa del Governo nazionale su alcuni articoli della legge regionale n. 4 del 3 marzo 2025 “Disposizioni urgenti per lo svolgimento contestuale, nell’anno 2025, delle elezioni regionali e generali comunali. Modificazioni di leggi regionali in materia di enti locali", il Presidente della Regione, Renzo Testolin, evidenzia come la decisione del Consiglio dei Ministri si ponga in contrasto rispetto alle competenze che lo Statuto assegna alla Regione in materia di enti locali.

"Si tratta comunque di contestazioni che non inficiano l’impianto complessivo della legge e i suoi elementi più rilevanti (si pensi al numero degli Assessori e alla rideterminazione dei compensi, cosi come alla effettuazione dell'election day).

Dal punto di vista più politico e dei rapporti di leale collaborazione, vi è da rilevare il fatto che il Governo ha aspettato l’ultimo giorno per notificare il ricorso contro la legge regionale, senza un preventivo e costruttivo contraddittorio, peraltro inviando agli uffici regionali solo alcuni giorni prima della scadenza dei 60 giorni a disposizione per l'impugnativa le osservazioni sulle quali la Regione ha ribadito le proprie competenze.

Nonostante i chiarimenti, il Consiglio dei Ministri ha impugnato la legge nel suo articolo 3, perché la Valle d’Aosta ha voluto mantenere un numero massimo di mandati pari a 4 per i Sindaci dei Comuni valdostani sotto i 5.000 abitanti in luogo di non porre alcun limite alle ricandidature come nel resto del territorio nazionale. Le altre due contestazioni sono invece relative a disposizioni che già esistevano nel nostro ordinamento, che non erano mai state messe in discussione in precedenza e che riguardano il grado di parentela tra Sindaco, Vicesindaco e gli altri componenti della Giunta e la impossibilità, nelle Giunte comunali della Valle d'Aosta, di nominare Assessori tecnici.

Le decisioni del Governo destano comunque seria preoccupazione, perché così come accaduto a Trento, testimoniano il fatto che non si faccia più distinzione tra Regioni ordinarie e Regioni speciali e si sorvoli a piè pari rispetto alle competenze esclusive garantite dal nostro Statuto. La volontà di appiattire, in nome di una supposta eguaglianza delle posizioni, le differenze normative che sono alla base del regionalismo e della nostra specialità è propria di una parte del Governo nazionale, come dimostra la contrarietà all'impugnativa da parte di una delle componenti del governo nazionale della legge provinciale di Trento.

Questo approccio la dice lunga sulle profonde divisioni che caratterizzano l'esecutivo Meloni ed è sintomatico di una evidente confusione e di un disorientamento del Governo nazionale rispetto alle nostre prerogative statutarie e al nostro particolarismo ordinamentale.

Per cui, non c’è nessuna preoccupazione sul prosieguo del cammino elettorale di questo autunno, ma assoluta certezza di difendere davanti alla Corte costituzionale una specificità legislativa, frutto della competenza primaria consolidata negli anni in materia di ordinamento degli enti locali, in più occasioni confermata proprio dalla Consulta".

red/pol

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