Un altro scivolone, un altro pasticcio normativo in pieno avvicinamento alle urne. La maggioranza regionale di centrosinistra, secondo Forza Italia Valle d’Aosta, avrebbe varcato il limite del tollerabile, confezionando una legge elettorale destinata all’impugnativa già in fase di scrittura. Il Consiglio dei Ministri, infatti, ha appena bocciato parte della legge regionale del 3 marzo 2025, che regolamentava l’election day, evidenziandone profili di incostituzionalità.
“Non c’è limite al peggio” – esordisce il durissimo comunicato diffuso da Forza Italia – “Dopo la coltre impenetrabile di incertezza che persiste tuttora, ad appena quattro mesi dalle elezioni regionali e comunali, la maggioranza di sinistra ne ha combinata un’altra delle sue, facendosi impugnare la legge sull’election day”.
Il nodo più contestato riguarda l’introduzione, su proposta del Partito Democratico, del limite di mandati anche nei comuni con meno di 5.000 abitanti, una misura che secondo i forzisti era destinata sin dall’inizio a scontrarsi con la Carta costituzionale. “È l’ennesima dimostrazione di una maggioranza a traino Pd ormai fuori controllo, in cortocircuito – scrivono – che ha accolto una proposta palesemente incostituzionale pur di garantirsi i numeri per una finta riforma elettorale”.
Non solo: Forza Italia ricorda di aver avvertito in aula del rischio concreto di un’impugnativa, nel corso del dibattito consiliare del 26 febbraio. “Con l’aggravante di averlo fatto nonostante i numerosi campanelli d’allarme lanciati, questa maggioranza dimostra ancora una volta di non saper gestire né i dossier né le conseguenze delle sue azioni”.
Il risultato? Una situazione di stallo normativo, un’incertezza pesante che a detta del coordinamento regionale sta creando un clima “di vuoti giuridici e dubbi interpretativi, a discapito dei valdostani”. Una maggioranza che “gioca con le regole democratiche, mentre si avvicina l’appuntamento elettorale più delicato degli ultimi anni”.
Se c’era un momento in cui serviva chiarezza, sobrietà istituzionale e rispetto delle regole, era questo. Invece, si assiste all’ennesimo cortocircuito fra fretta, mediazioni interne traballanti e provvedimenti pensati più per la propaganda che per la tenuta giuridica. Il caos normativo che ne deriva è una responsabilità politica precisa. La democrazia non è un terreno da piegare ai giochi di palazzo. E in Valle d’Aosta, dove la distanza tra cittadino e istituzioni è minima, questo strappo si sente ancora di più.