/ ECONOMIA

ECONOMIA | 19 maggio 2025, 08:26

Allarme nei supermercati: sciopero nazionale alla Lidl sabato 24 maggio

Il negoziato per il Contratto Integrativo aziendale si blocca e scatta lo sciopero: sindacati sul piede di guerra contro un'offerta giudicata irricevibile. Assemblea dei lavoratori alla filiale di Saint-Christophe martedì 21 maggio

È una scintilla che potrebbe incendiare un intero settore quello che sta accadendo in casa Lidl Italia. Il negoziato per il rinnovo del Contratto Integrativo Aziendale ha subito una brusca frenata e ora il malcontento è esploso. Le lavoratrici e i lavoratori sono pronti a incrociare le braccia: sabato 24 maggio 2025 è stato proclamato uno sciopero nazionale di 24 ore, su tutto il territorio e per l'intero turno di lavoro.

A rendere ancora più tesa la situazione è la convocazione di un'assemblea dei lavoratori mercoledì 21 maggio alle ore 12.00 presso il punto vendita Lidl di Saint-Christophe, in Valle d’Aosta. Un segnale forte anche da una realtà territoriale spesso poco visibile a livello nazionale ma ben consapevole del peso della battaglia in corso.

"Dopo mesi di trattative, la proposta economica messa sul tavolo da Lidl Italia è stata giudicata irricevibile: 200 euro in buoni spesa e 100 euro lordi una tantum, subordinati alla firma dell’integrativo. Una proposta che i sindacati – Filcams CGIL, Fisascat CISL e UILTuCS – bollano come offensiva, soprattutto alla luce degli utili miliardari della multinazionale". Spiega Laura Martini (nella foto), vice segretaria di UilTuCs VdA.

Nel 2024, Lidl Italia ha superato i 7 miliardi di euro di fatturato, con utili netti stimati attorno a 1,3 miliardi. Un’espansione aggressiva, una quota di mercato in costante crescita e una rete sempre più capillare. Eppure – sostengono i sindacati – nessuna redistribuzione concreta di questi profitti verso chi, ogni giorno, regge sulle proprie spalle l’intero sistema: cassiere, addetti ai banchi, magazzinieri.

Il malessere, però, non è solo economico. A far traboccare il vaso è anche l’organizzazione del lavoro: orari imprevedibili, carichi eccessivi, contratti part time per oltre il 75% del personale. Un modello aziendale fondato sull’estrema flessibilità, che toglie certezze e svuota di senso la parola “programmazione”.

«Abbiamo chiesto chiarezza sugli orari, maggiore stabilità, rispetto per la vita privata delle persone», dichiarano all’unisono i rappresentanti sindacali. Ma l’azienda – affermano – avrebbe dichiarato di non avere alcun mandato per fare nuove proposte. Una chiusura che ha fatto scattare lo stato di agitazione: prima il blocco degli straordinari, ora lo sciopero nazionale.

LIDL non è solo un colosso della distribuzione. È un laboratorio del nuovo capitalismo retail, dove margini altissimi si fondano su una forza lavoro sottopagata e compressa. E lo sciopero del 24 maggio rischia di trasformarsi in un caso simbolo per l’intera grande distribuzione.

Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore