Il crollo di neve, rocce e alberi aveva causato danni importanti a circa 300 metri della struttura, obbligando a un'immediata interruzione del traffico lungo uno dei corridoi alpini più strategici per la nostra regione. Da allora, tecnici e operai hanno lavorato senza sosta per riparare i danni e garantire la sicurezza del pendio, operazioni che si sono concluse puntualmente venerdì sera.
"Un'arteria fondamentale torna a pulsare", verrebbe da dire. Il traforo del Gran San Bernardo, che collega il cuore della Valle d'Aosta al cantone svizzero del Vallese, è molto più di un'infrastruttura: è una vera e propria via di vita economica, turistica e culturale. Ogni giorno centinaia di veicoli – pendolari, turisti, trasportatori – attraversano questo valico storico, essenziale per i rapporti transfrontalieri e per lo sviluppo delle nostre valli.
La riapertura, seppur con traffico regolato da un semaforo su una sola corsia in senso alternato, rappresenta un primo importante passo verso la piena normalità. Parallelamente proseguiranno i lavori di messa in sicurezza definitiva, il monitoraggio geologico continuo e la progettazione del ripristino completo della galleria Les Toules, per garantire in futuro un transito sicuro su doppia corsia.
È bene sottolinearlo: il Gran San Bernardo non è soltanto una via di passaggio. È uno snodo identitario. Senza di esso, la nostra autonomia regionale rischia di isolarsi, di perdere quel respiro internazionale che da sempre caratterizza la Valle d’Aosta, crocevia di popoli, culture e opportunità.
Per questo motivo, Piero ti dice: bene così, ma occhi sempre aperti. Gli investimenti sulla sicurezza delle infrastrutture alpine devono diventare una priorità politica assoluta, perché senza collegamenti sicuri, l’autonomia rischia di trasformarsi in solitudine.
Intanto, da oggi pomeriggio, si torna a viaggiare. E questa, per chi crede in una Valle d'Aosta aperta, europea e vitale, è una notizia da festeggiare.