Nel silenzio della mattina ancora imbiancata dalla nevicata notturna, che ha impedito a pochi parroci di montagna di raggiungere la città, la Chiesa di Aosta si è raccolta attorno al suo vescovo per una delle celebrazioni più significative dell’anno: la Messa Crismale, che tradizionalmente si celebra in questi giorni santi, e che quest’anno ha trovato la sua cornice proprio nel Giovedì Santo, giorno che segna l’inizio del Triduo della Passione, Morte e Resurrezione di Cristo.
Durante questa celebrazione, il Vescovo ha benedetto i tre oli santi: l’olio dei catecumeni, che prepara al Battesimo; l’olio degli infermi, che consola i malati e dona loro forza spirituale; e il Sacro Crisma, profumato, usato per consacrare persone e cose sacre, dai battezzati ai sacerdoti, fino agli altari.
«Con questi oli la Chiesa cura, fortifica, unge. Non sono solo simboli, ma strumenti reali della tenerezza di Dio», ha spiegato Monsignor Lovignana, con voce ferma e vibrante.
La celebrazione ha visto la presenza quasi al completo del presbiterio valdostano: decine di sacerdoti concelebranti, raccolti attorno al loro Vescovo in segno di unità. «Questa Messa è l'immagine visibile della comunione della nostra Chiesa diocesana. Ed è bello che si celebri oggi, nel giorno in cui Cristo ha istituito l’Eucaristia e il sacerdozio», ha ricordato il Vescovo.
Nel corso dell’omelia, Lovignana ha toccato corde profonde. Un pensiero è andato ai malati, ai sofferenti, a chi vive la fatica della solitudine: «La Passione di Cristo è anche la loro. Ma proprio lì, nel dolore, nasce la salvezza. Cristo ha trasformato la sofferenza in ponte verso la vita eterna».
Non è mancato un riferimento a Papa Francesco, al quale Monsignor Lovignana ha voluto dedicare parole di vicinanza e affetto: «Sosteniamo il nostro Papa con la preghiera. Porta la croce della Chiesa con coraggio e umiltà, e ci invita ogni giorno a non perdere di vista l’essenziale: il Vangelo della misericordia».
Mentre il profumo del Crisma consacrato si diffondeva tra le navate, la celebrazione si è conclusa con un senso palpabile di attesa: la Croce si avvicina, ma già intravediamo la luce dell’alba pasquale.
La Valle d’Aosta entra così nel Triduo con il cuore acceso, sotto una neve fuori stagione che ha solo reso più silenzioso e intenso il passo verso la Resurrezione.