Secondo le indagini della procura di Aosta, un sovrintendente dell'ufficio antincendi boschivi del Corpo forestale sarebbe coinvolto nel non completamento di una presunta truffa orchestrata dalla società elicotteristica Sky aviation durante le operazioni di spegnimento del vasto incendio di luglio scorso a Aymabilles.
Il sottufficiale - si si legge in un lancio Ansa - avrebbe emesso un parere negativo a settembre sulla richiesta di liquidazione della società, sostenendo che questa avesse dichiarato un numero di minuti di volo superiore a quello effettivamente compiuto. Questo ha portato all'ipotesi di tentata truffa per l'amministratore delegato di Sky aviation, Alessandro Penco, e altre cinque persone.
La procura di Aosta ipotizza anche altri reati per gli stessi sei indagati. Due presunte truffe sarebbero state portate a termine, una ai danni del dipartimento di Protezione civile regionale e dell'assessorato regionale all'Agricoltura, con pagamenti non dovuti a Sky aviation per minuti di volo mai svolti, e l'altra ai danni della società Valle d'Aosta trailers.
Tra le ipotesi di reato, la frode nelle pubbliche forniture viene avanzata a causa dell'elicottero impiegato, chiamato 'Sa3', che secondo la procura non rispettava le specifiche richieste. Si ipotizza anche la falsità in registri e notificazioni, la falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale e l'indagine si estende a un altro incendio boschivo.
Nel frattempo, Giorgio Pession, presidente e amministratore delegato di Deval spa, società coinvolta, afferma all'Ansa: "Confermo che c'è un'indagine in corso. Da parte di Deval è stata data la più ampia collaborazione all'indagine. Ritengo che la società sia estranea a qualsiasi responsabilità. Aspettiamo gli sviluppi degli accertamenti tecnici che sono in corso."
L'inchiesta, che coinvolge al momento dieci persone oltre a Sky aviation, rimane aperta e in attesa di ulteriori sviluppi.