Era una mattina come tante a Verrès. L’aria fresca, il cielo terso, i monti silenziosi. Ma qualcosa di anomalo scorreva tra le acque del torrente Evançon, poco sopra l’abitato: un corpo massiccio, immobile, portato a valle dalla corrente. Non era un tronco, né un masso. Era un bovino adulto, senza vita.
A dare l’allarme, pare sia stato un escursionista, che dall’altra sponda del torrente ha scorto quella sagoma sospetta e gonfia, incastrata tra i sassi e i rami. Il tempo di una chiamata al 112 e il Comando dei Vigili del Fuoco era già operativo.
È iniziata così, con un misto di sorpresa e preoccupazione, l’operazione di recupero che ha impegnato per ore il personale specializzato del nucleo SAF Fluviale, in collaborazione con il Corpo Forestale della Valle d’Aosta. La zona era impervia, raggiungibile solo con manovre tecniche. E soprattutto, quel corpo animale andava rimosso in sicurezza e con rapidità, per evitare contaminazioni e ulteriori rischi ambientali.
La scena ha assunto presto i contorni di un salvataggio da film: tra il rombo dell’elicottero, imbraghi e funi, i tecnici hanno issato lentamente la carcassa fuori dall’alveo, sotto gli occhi stupiti di alcuni residenti e curiosi accorsi sul posto.
Ma restano aperte le domande. Come è finito lì l’animale? Si è trattato di un incidente durante il pascolo? O è stato trascinato da più a monte dopo una caduta? E, soprattutto, a chi apparteneva?
Per ora, nessuna risposta ufficiale. Solo un silenzio che torna a posarsi sulle acque del torrente, come se la montagna stessa volesse custodire i suoi segreti.