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CRONACA | 18 giugno 2025, 15:54

Da Pittarello di Saint-Christophe non solo scarpe e abbigliamento…

Un tranquillo pomeriggio di shopping si trasforma in una lezione gratuita di maleducazione aziendale. In un negozio tappezzato di sorrisi pubblicitari, si urla contro i dipendenti a pochi passi dalla cassa. Altro che “Hai già trovato il tuo tipo?”…

....ma anche di maleducazione

....ma anche di maleducazione

Andare a comprare un paio di scarpe non dovrebbe mai trasformarsi in un’esperienza da reality aziendale malriuscito. E invece è quello che è successo — in un normalissimo pomeriggio — nel punto vendita Pittarello di Saint-Christophe, in Valle d'Aosta.

Tra uno scaffale di sneakers in offerta e una fila di clienti alla cassa, la scena che si è presentata è stata a dir poco surreale: una donna, verosimilmente una formatrice o responsabile, urlava contro due giovani collaboratori del punto vendita, tra insulti e toni da caserma anni ’50. Inizialmente sembrava uno sfogo passeggero, uno di quei momenti che si consumano nel retrobottega, ma no — qui la “formazione” si faceva in diretta, tra i clienti, in perfetta acustica da centro commerciale.

Un cliente si reca con la moglie nel noto punto vendita di Saint-Christophe e si ritrova spettatore, suo malgrado, di una scenata ad alto volume tra una presunta formatrice e due collaboratori. Una lezione di stile rovesciata, tra urla, insulti e scarso rispetto per lavoratori e clientela. Il tutto nel cuore di un negozio aperto al pubblico.

C'è chi entra in un negozio per acquistare un paio di scarpe, magari approfittando dei saldi o inseguendo il proprio “tipo”, come recita lo slogan ammiccante di Pittarello: “Hai già trovato il tuo tipo? Di scarpe, naturalmente!”. E poi c’è chi, uscendo, si porta a casa non solo delle nuove calzature ma anche una dose inaspettata di rumore, maleducazione e disagio.

È successo nei giorni scorsi nel punto vendita Pittarello di Saint-Christophe. Un tranquillo pomeriggio di shopping, trasformato in un teatrino sgangherato di urla e improperi. Una cliente, accompagnata dal marito, racconta di essersi trovata coinvolta, senza volerlo, in uno spettacolo tutt’altro che edificante: dietro gli scaffali colmi di scarpe, una donna – verosimilmente una formatrice o responsabile – ha cominciato a redarguire a gran voce due giovani collaboratori, a suon di urla e insulti.

La scena, inizialmente ignorata, è proseguita mentre i clienti facevano la fila in cassa. Finché il marito della cliente, infastidito e sorpreso, si è avvicinato alla “cornacchia” – così l’ha soprannominata, con ironia e stizza – chiedendo conto di quel comportamento. “Sono una formatrice”, avrebbe risposto la donna, tra un rimprovero e l’altro. Ma di formazione, pare, solo il volume di voce era ben curato.

Invitata educatamente ad abbassare i toni e magari rimandare il confronto a un luogo più riservato – lontano da orecchie e occhi di chi è lì per acquistare – la presunta formatrice ha replicato con ulteriore starnazzo. Alla fine, dopo un ultimo spostamento strategico tra gli scaffali, il sipario si è chiuso. Ma non l’amarezza.

Il cliente ha pagato, come si fa nei negozi. Ma con le scarpe ha portato via anche una borsa piena di indignazione, a costo zero.
“Aggiungerei al loro slogan una postilla – ha detto – Hai già trovato il tuo tipo? Di maleducazione, sì. Ma non mi serve, grazie.

Nel frattempo, ad Aosta, i cartelloni pubblicitari del marchio continuano a campeggiare ovunque. Ma la prossima volta, forse, più di qualche cliente cercherà il suo tipo… altrove.

Dans certaines grandes enseignes, on ne forme pas des vendeurs… on dresse des subalternes. Et pendant que le client paie, d’autres encaissent sans vergogne, à coups de cris et d’humiliations.
Bienvenue dans le management de la médiocrité, où l’éducation est remisée en réserve, avec les chaussures démodées.

red/cro

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